La punizione di Yuko
- Mitsu mi fanno male le ginocchia mi posso alzare?
- Puoi fare quello che vuoi mica devi rendere conto a me.
- Tu al mio posto cosa faresti?
- Mi siederei un po’ sui talloni ma rimarrei in ginocchio.
- Mitsu ma perché sei così devota? Hai paura di lui?
- Oh no! Proprio no. Io non ho paura anzi quando non c’è, come in questi momenti mi manca tanto.
- Ma se ti ha preso anche a frustate!
- E allora che vuol dire, io me le meritavo.
- Ma nessuno si merita di essere frustato.
- Io si.
- Secondo me sei fuori di testa. Io non riesco a capirti.
- Non fa niente, non è necessario. Comunque sappi che nessuno mi obbliga, potrei andarmene in qualsiasi momento. Sono io che non vorrei essere in nessuna altra parte del mondo.
Rimase in silenzio pensierosa. però non ce la faceva a rimanere in ginocchio eretta, si adagiò sopra ai talloni.
- Mitsu.
- Che c’è ancora ?
- Quando pensi che tornerà?
- Te l’ho già detto, NON lo so!
- Io mi sono stancata di aspettarlo.
- E allora non lo aspettare.
- Lo sai non è possibile, non posso rimanere senza lavoro.
- Ce ne sono tanti di lavori.
- Ma non bene pagati come questo, io qui sto molto bene.
- E allora aspettalo.
- Pensi mi aiuterà?
- Non lo so, penso di si.
- Mi sento ridicola qui in castigo come una ragazzina.
- E’ più ridicolo rubare un paio di mutande.
- Ma io non l’ho rubate.
- Fai quello che vuoi ma adesso stai zitta.
Si alzò in piedi girò un po’ per la stanza guardò fuori dalla finestra.
Mitsuki continuò a scrivere e non rispose.
- Cosa stai scrivendo? Puoi dirmelo?
- No!
- Antipatica. Io lo aspetto in piedi, tanto è uguale no?
Mitsuki scrollò le spalle e non rispose niente.
Yuko trotterellò senza pace, per qualche minuto nella stanza poi, fece un gran respiro e si rimise in ginocchio nell’ angolo.
Il tempo sembrava fermo. In lontananza si sentiva il rombo dei tuoni, per Yuko fu di sicuro il suo giorno più lungo. Verso le 17 squillò il telefono.
Riattaccò il telefono.
- E’ arrivato vado a prenderlo. Tu non ti muovere e non dire niente.
Come aprì la porta della suite vide l’ ascensore che si stava aprendo e vide Saburo che spingeva la carrozzina. Erano già saliti. Lo prese in consegna con una certa autorità e con un formale inchino congedò il fattorino.
- Buona sera signore, bentornato.
- Grazie Suki.
Appena entrato notò subito la ragazza inginocchiata vicino alla finestra ma non disse niente. Aspettava la loro spiegazione.
- Signore Yuko vorrebbe parlare con lei e mi ha chiesto se poteva aspettarvi qui.
- E perché mi stava aspettando in ginocchio?
- Signore Yuko e la ragazza che ha rubato le mutandine ed è stata licenziata dal direttore. Per questo ho dovuto farla entrare, non le è più consentito rimanere nell’albergo.
- Suki non mi sembra che il termometro misuri correttamente.
- Signore mi ha detto lei di mettere dentro 10 perle, poi se ne’andato senza lasciarmi ordini.
- Si è vero, hai ragione non mi aspettavo che mi venissero a prendere e siamo rimasti in sospeso. Ad ogni modo mi devi pagare due perle per esserti masturbata senza il mio permesso.
Yuko drizzò subito le orecchie, intrisa di curiosità girò appena la testa per seguire tutta la scena. Era imbarazzata e nello stesso tempo affascinata. Girò ancora di più la testa verso Mitsuki che stava armeggiando con un tubicino legato allo stelo della lampada. Il cuore le batteva a mille all’ora. Non capiva ma percepiva un qualcosa di erotico.
- Mettile nell’ astuccio dentro al cassetto. Inoltre mi devi pagare un'altra perla perché Non hai fatto la contabilità quando ti era stato richiesto ho dovuto farla io per te.
- Ma signore io ci ho provato … si signore.
Il segno rosso si avvicinava con inaudita velocità Suki cominciava a essere molto preoccupata. Armeggiò con gli spilli e tolse un'altra perla.
- Hai finito il lavoro?
- Sissignore. Disse prendendo la lastra di polistirolo dal tavolo e passandogliela a due mani con un inchino come fosse un offerta.
Yuko guardava sempre più incuriosita. le sembrò un gesto molto estetico quasi rituale.
- bel lavoro, si mi piace molto bene. Riponilo nell’ armadio degli attrezzi punitivi.
- Gli attrezzi punitivi ? Ma.. Sissignore. Disse interrompendo ogni commento.
Yuko non si perdeva una mossa era sempre più emozionata quella frase “ gli attrezzi punitivi” le ronzava nel cervello. Intravide una serie di aggetti strani far capolino dalla parte dell’ armadio che non aveva fatto in tempo a visitare.
- Mi dispiace Suki ma mi devi pagare un'altra perla perché non sei riuscita ad eseguire l’ ordine di comprare una collana. Ci sono dovuto andare io personalmente. Pur essendo un ordine banale mi sono dovuto scomodare io.
- Oh signore vi prego. Disse piagnucolando
- Che c’è? Vi sembra ingiusto? Vi sembra una mancanza da poco ? non vi tornano i conti.
- No signore no.
- Allora tacete e togliete un'altra perla.
Suki guardò verso Yuko aveva gli occhi lucidi accennò ad un sorrisetto di comprensione e sfilò uno spillo. Il segno rosso adesso era dannatamente vicino. Mancava solo un'altra perla. Fece un gran respiro e la ripose nel cassetto.
- Signorina Yuko voltatevi e venite più vicino per favore.
Yuko obbedì immediatamente si avvicinò esitò qualche secondo sulla posizione da assumere poi si inginocchiò con un inchino. Aveva il cuore che sembrava volesse uscire dalla bocca.
- Signorina raccontatemi cosa è successo senza tralasciare niente. Sappiate che non tollererò la minima bugia o la minima omissione.
- Si signore.
Disse inchinandosi fino a toccare terra con la fronte.
- Io e Mitsuki siamo amiche da moltissimo tempo sin dal corso di formazione in Italia. Abbiamo dormito insieme ed abbiamo condiviso anche la roba, trucchi, vestiti, borse io … signore non la considero un estranea per me è come una sorella.
- Bene adesso vostra sorella non si chiama più Mitsuki ma solo Suki. E’ chiaro?
- Ma signore se si chiam …
- E’ chiaro?
- Sissignore.
- Continuate .
- Prendere un capo di vestiario a … Mi … a Suki per me non è rubare … io … io glielo avrei subito restituite infatti le ho lavate e gliele ho riportate, le ho qui nella borsa.
- Lavate ? perché, le avete indossate ?
- Sissignore.
- E perché ?
- Ecco signore io preferirei non dirlo?
- Allora andatevene non abbiamo altro da dirci.
- No aspettate va bene … va bene … lo dico.
- Signorina vi ho già detto che non tollero omissioni.
- Scusatemi signore. È che non ci sono abituata …
- Continuate.
- L’ altro giorno ho sbagliato l’orario. Sono arrivata per fare la mattina ma, non mi ero ricordata che avevo fatto il cambio con Akira stavo per andarmene quando vi ho visto uscire. Mit … Suki mi aveva raccontato della visita a casa della puttana. E della valigia con i vestiti erotici.
- Suki tu hai raccontato la nostra visita a casa di Miku?
- No signore
- Noo? E allora come fa Yuko a saperlo? Silenzio voi … mi deve rispondere Suki.
- Io … non lo so signore … io non ho detto niente.
- E hai chiamato la mia amica Miku puttana ?
- No signore ve lo giuro no.
- Togliete immediatamente due perle dal termometro.
- No signore. Vi scongiuro … io … non è giusto io non ho detto niente.
Nella stanza era calato un silenzio di tomba Suki armeggiando con il termometro fece cadere una delle due perle che rimbalzando sul marmo ruppe quell’ atmosfera ferma. Adesso il livello era molto al di sotto del segno rosso. Piangendo piano stava dirigendosi verso il cassetto per riporre le perle. Alzò una mano a fermarla e si rivolse a Yuko.
- Una di voi mi sta mentendo e questo non mi piace. Quand’è che Suki vi ha detto della visita a casa di Miku?
- Signore non è stata Suki adesso mi ricordo. Ne stava parlando l’ autista con due fattorini. Ridevano e dicevano che Mit … Suki era stata portata a scuola a casa di una puttana. E ironizzavano sul fatto che forse non era abbastanza brava. Quando alla mattina è venuta a prendere la colazione gli ho chiesto della valigia. Lei mi ha detto come facevo a saperlo ed io gli ho risposto la verità, che in albergo qui tutti hanno gli occhi puntati su di lei e che tutti ne parlano. Lei non voleva dirmi niente mi ha detto solo che non aveva fatto niente che era ancora vergine e che voi avevate fatto tutto con la pu … signora. Io insistevo e allora mi ha detto che nella valigia c’erano dei vestiti erotici. E’ la verità signore.
- Uhm! Si, credo di si.
- Signore è la verità io ho solo risposto alle sue domande non gli ho raccontato niente lo giuro!
- Va bene rimettete le due perle nel termometro. Yuko continuate il racconto
- Quando vi ho visto uscire mi è presa una grande curiosità … io … io … si … mi ero eccitata. Ho preso l’ ascensore e sono salita nella Suite sono entrata con il passepartout. Ho aperto l’ armadio. Ed ho subito trovato al primo tentativo i vestiti. Ho cominciato ad ammirarli li ho staccati e me li sono appoggiati addosso guardandomi allo specchio. Quando ho visto quelle mutandine meravigliose io … io … non ho resistito … io … me le sono messe … ero … eccitata e non ho resistito mi stavo guardando allo specchio quando ho sentito che infilavano la chiave nella porta. Ho fatto appena in tempo a chiudermi nell’ armadio. Signore erano le donne delle pulizie.
- Ti sei nascosta nell’ armadio?
- Si signore e ho aspettato che finissero le pulizie. Fortunatamente non hanno aperto gli armadi. Quando se ne sono andate sona scappata via di corsa e mi sono dimenticata delle mutandine io … io non volevo rubarle. Ho lasciato qui le mie.
Si mise a ridere di gusto poi rivolgendosi a Yuko disse.
- Hai lasciato qui le tue ?
- Si signore.
- E dove sono?
- Non … lo so signore credo nell’ armadio.
- Suki vai a cercarle.
Bastarono un paio di minuti poi si voltò tenendole con due dita.
- Eccole signore queste non sono le mie.
- Si sono le mie. E fece per alzarsi per prenderle.
- FERMA! Rimanete dove siete non vi ho autorizzato ad alzarvi.
- Perdonatemi signore.
Quel trattamento brusco la metteva in subbuglio aveva il cuore che batteva impazzito. Doveva confessare a se stessa che provava anche i sintomi di una prepotente eccitazione. Diceva che non capiva Mitsu invece la capiva benissimo, anzi la invidiava, era proprio quello che voleva.
Nella stanza si fece un grande silenzio. Le due ragazze guardavano il pavimento. Aveva cominciato a piovere forte.
- Suki accendi la luce. Signorina Yuko, mi avete messo in una situazione molto imbarazzante. Io mi sono molto arrabbiato con il signor Nakashima. Ero talmente arrabbiato che forse ho anche esagerato con le parole. E questo non mi piace. Qualcuno dovrà pagare per questo.
Il silenzio era rotto solo dalla pioggia battente, le due ragazze erano immobili come due statue.
- Cosa dovrei fare secondo voi
Yuko prese il coraggio a due mani e disse.
- Signore io vivo a Tokio da sola i miei sono anziani e vivono a Fukushima io … io signore non posso rimanere senza lavoro. Loro non mi possono mantenere. Signore io non volevo rubare è stato solo un caso.
- Ma avete comunque frugato nella mia vita privata e questo è molto grave.
- Signore io … io non pensavo a voi per me era come guardare nell’ armadio di … di Suki. Come avevo fatto sempre.
- Comunque avete frugato nella mia vita intima, nella sfera privatissima del sesso.
- Signore vi giuro che non uscirà una sola parola dalla mia bocca.
- Cosa dovrei fare secondo voi?
- Il signor Nakashima ci ha letto una lettera della direzione centrale in cui ci raccomandava di fare tutto ciò che voi desideravate senza nessuna eccezione. Voi signore siete l’ ospite più importante di tutto l’ albergo. Signore se voi vi degnate di dire una sola parola al signor direttore io … io credo che lui non farà opposizioni.
- Ma sono io in imbarazzo.
- Signore vi scongiuro aiutatemi come avete fatto con Mitsuki … Suki.
Ci furono diversi minuti di silenzio.
- In effetti, se non lo facessi, in qualche maniera sarebbe una ingiustizia. Ma siete sicura di voler essere trattata come Suki?
- Si signore sicurissima.
- Ma signore Io … Disse con una leggera protesta Suki ma poi si zittì subito.
- Signorina Yuko, io non credo che voi vi rendiate conto. Suki è diventata la mia cameriera personale.
- Signore Io non credo che il signor Nakashima avrà qualcosa da dire se gli chiederete di avere due cameriere personali.
- No! Tu che centri … tu non centri niente. Tu non … Disse Suki in maniera isterica.
- SILENZIO! Smettetela. Fate silenzio.
Se lo sguardo di una persona avesse potuto fulminare qualcuno. Ebbene Yuko sarebbe rimasta bruciata all’istante.
- Uhm! Due cameriere personali uhm!
- Ma signore vi prego basto io …
- Vi ho già detto di fare silenzio. FATE SILENZIO! Gridò.
Con le mani fece girare le ruote della carrozzina. Si mise davanti la finestra e guardò fuori in silenzio con lo sguardo perso verso l’ infinito. Le due ragazze entrambe in ginocchio si guardavano minacciose.
- Signorina Yuko, io vorrei essere sicuro che voi avete capito bene in che situazione vi state cacciando.
- Si signore.
- Siete fidanzata ?
- No signore, sono ormai due anni che vivo da sola.
- Voi sapete che quando lo ritengo opportuno io punisco severamente Suki?
- Sissignore, una volta mi avete fatto assistere quando l’ avete sculacciata.
- Ah! Si è vero, si mi ricordo. E questa cosa non vi spaventa?
- No signore.
- Ah no? Suki spogliatevi completamente nuda.
- Ma signore sono nel periodo di castità.
- Possiamo fare una piccola eccezione questa cosa non ti costerà niente. La considereremo una eccezione. Un unicum.
Si alzò e a testa bassa cominciò a spogliarsi. Appoggiava tutti i vestiti in ordine su una sedia. Arrivata agli slip esitò.
- Signore il sangue è molto abbondante non vorrei sporcare …
- Smettetela di prendere scuse spogliatevi integralmente e inchinatevi sul tavolo.
- Signore avevate detto anche la pausa.
- Se dite anche una altra sola parola vi punisco davvero seduta stante.
Si tolse gli slip e corse verso il tavolo si chino e infilò la faccia tra le braccia conserte.
- Yuko alzatevi e venite qui guardate il culo di Suki. Più vicino guardate bene i segni. Toccatela con la mano. Secondo voi questi sono segni di una sculacciata?
- Beh! È una punizione corporale più severa delle sculacciate.
- Esatto! Molto più severa. Signorina Yuko siete mai stata punita prima?
- Quando ero piccola dai miei genitori ma non così. Qualche scappellotto e qualche sculacciata qua e là.
- Quindi è corretto dire che praticamente, non siete stata mai punita così.
- Si signore.
- Questa cosa non vi fa paura?
- Si signore.
- E allora ?
- Se resiste Suki allora posso resistere anche io.
- Vi faccio una proposta. Domani chiedo al direttore di recedere dalle decisione di licenziarvi. Per punizione vi farò assumere per un anno in cucina come sguattera. Tra un anno ritornerete alla vostra attuale qualifica. Mi sembra onesto no? Si tratta in fin dei conti di un anno di purgatorio.
- Vi prego no signore vi prego. Chiamate il direttore e ditegli che vi servono due cameriere personali. Vi prego.
- Suki vi sta colando il sangue sulle cosce andate al bagno potete rimettervi le mutande.
Prese un pannolino nuovo dentro l’ armadio e corse al bagno.
Aspettarono praticamente in silenzio che uscisse. Indossava solo le mutande. Si inginocchiò vicino al divano, defilata per lasciare la scena alla sua amica. Rendendosi conto di essere l’ unica ad essere ancora in piedi, visibilmente imbarazzata Yuko si inginocchiò davanti a lui.
- Signore fatemi provare, se non resisto me ne andrò un anno in cucina. Mi ha detto Suki che anche lei potrebbe andarsene in ogni momento no?
- Si questo è vero ma, prima dovete sapere anche un'altra cosa. Io e Suki abbiamo un accordo anche per quanto riguarda il sesso.
- Si signore.
- Che vuol dire sissignore sapete forse dell’ accordo ?
- No signore volevo dire che me lo immagino altrimenti a cosa serve una cameriera personale in un albergo come il nostro dove ci sono decine di cameriere normali.
- Si il ragionamento non fa una piega e questa cosa non vi turba ? Non vi spaventa ?
- Mi turba signore ma non mi spaventa io voglio essere come Suki.
- Come Suki eh! Suki per me è una schiava Io ordino e lei esegue senza discutere e quando mi gira lo schiribizzo la sculaccio senza pietà.
- Signore voi ordinate e noi eseguiamo senza discutere.
- Io vi ho avvertito non potrete certo dire poi, che non vi avevo messo in guardia.
- Signore se volete posso firmarvi anche un documento che certifica la mia accettazione volontaria.
- Io non credo sia necessario.
- Per quanto mi riguarda non è necessario.
Spingendo da solo la carrozzella si avvicinò al telefono.
- Passatemi il direttore per favore … grazie. Buon giorno signor Nakashima devo chiedervi scusa per le parole brusche che vi ho detto l’ altro giorno … No non si preoccupi … si qualcuno pagherà presto. Volevo chiedervi per voi è un problema se vi chiedo di assegnarmi 2 cameriere personali? No No . .. non altre due … no due in tutto. Quella che già ho e la signorina che avete licenziato ieri … Ah non l’avevate licenziata? Ah era in sospeso in attesa della mia decisione … Saggio comportamento … Si sono rientrato adesso. Va bene allora se per voi non è un disturbo allora riassumetela e assegnatela al mio appartamento … Bene … sono contento che per voi non è un problema … La ringrazio.
Riattaccò il telefono.
- Bene siete riassunta ricordatevi di ritirare il vostro badge in portineria.
- Grazie … grazie signore.
- Come avete sentito siete assegnata a me come cameriera personale insieme a Suki.
- Grazie grazie signore.
- A parte il debito che Suki ha con me sarete trattate entrambe nella stessa maniera, per cui il vostro stato giuridico adesso è quello di schiava siete d’ accordo?
Fece un profondo respiro e deglutì poi annuendo con la testa disse.
- Si signore.
- Molto bene … Suki ha avuto una opportunità che per equità vorrei dare anche a voi. Se volete potete andare a casa e passare il resto di questa giornata meditando bene su questa vostra nuova situazione. Vorrei che valutaste ogni aspetto, dalle punizioni alle prestazioni sessuali obbligatorie. Domani mattina se siete convinta tornerete qui altrimenti vi fermerete in cucina e riterremo questo caso chiuso in maniera definitiva, nessuno potrà dirvi più niente per quanto riguarda questo vostro pessimo comportamento.
Respirava forte e aveva incrociato le dita delle mani davanti al proprio mento, come se pregasse. Stringeva talmente forte che le dita erano diventate bianche chiuse gli occhi e tutto d’un fiato disse.
- Ci ho già pensato prima mentre vi aspettavo in ginocchio … non occorre signore rimango qui.
- Bene, dovete avvertire qualcuno a casa? Avete animali da accudire ?
- No signore, vivo sola
- E i pesci rossi? Si intromise Suki
- Uno è morto e gli altri due li ho regalati alla figlia della mia vicina di casa.
Come in un presentimento o come una speranza si era liberata di loro quando aveva cominciato a sognare di essere al posto di Mitsuki. Ma questo non poteva dirglielo. Come non poteva dirgli del prepotente formicolio che sentiva tra le cosce.
- Molto bene. Da questo momento in poi mi risponderete sempre chiamandomi signore e obbedirete a tutto ciò che io vi ordinerò. Per vostra tranquillità vi dirò subito che non sarete mai ferita con lame vetri o qualsiasi altra cosa. Potrete però essere punta con spilli puntine e quanto altro ritengo opportuno. La vostra integrità fisica, fatta eccezione per la pelle del culo e delle cosce, sarà mantenuta intatta, non sarete mai picchiata sul viso sulla testa e in nessuna altra parte che contiene organi vitali. reni, stomaco polmoni. non subirete la fame ne la sete ne sarete costretta a pratiche che coinvolgono gli escrementi immondizie e porcherie varie.
Man mano che l’ elenco continuava Yuko sorrideva e faceva cenno di si con il capo. Era molto rincuorata anche se in cuor suo praticamente lo sapeva già.
- Grazie signore. Disse toccando con la fronte il pavimento.
- Da adesso in avanti vi sarà proibito indossare pantaloni e collant. Le vostre pudende devono essere immediatamente accessibili Sono ammesse solo le gonne e le mutandine. Suki poi man mano ti dirà tutte le proibizioni e tutti gli obblighi a cui sarai tenuta rispondere. Prenderai anche tu un quaderno e copierai tutte le regole. Non avendo voi un debito da estinguere tutte le vostre prestazioni saranno gratis e saranno finalizzate solo al mio esclusivo piacere.
- E’ tutto chiaro? Avete qualcosa da chiedere ?
Ci fu solo un grande silenzio.
- Molto bene. Alzatevi in piedi, toglietevi le scarpe e salite sopra al tavolo.
Lo guardò perplessa e guardò anche Suki con aria interrogativa.
- Cosa c’è che non va? Non hai capito? È un ordine facile facile.
- Niente signore, niente. Disse arrampicandosi con un po’ di difficoltà sul tavolo.
- Suki cosa c’è che non va in questa schiava?
- I jeans signore non può portarli è vietato e non è nella posizione dei soldati.
- Giusto hai capito Yuko? Togliti immediatamente i pantaloni.
Trovarsi davvero in certe situazioni non è come immaginarle. Per tanto tempo aveva sognato di spogliarsi davanti a lui ma adesso non era affatto semplice. Esitò molto vistosamente.
- Yuko ti annuncio che tra un po’ comincerò a sculacciarti … e sto decidendo quanto essere severo con te. Hai già da scontare una mia notevole arrabbiatura per la brutta figura che ho fatto verso il sig. Nakashima. Io credo che il tuo culo ti sarà enormemente grato se non mi farai arrabbiare ancora.
- No signore faccio subito, faccio subito … vi prego … faccio subito.
Si tolse repentinamente i jeans e li gettò disordinatamente sopra una sedia.
- SCENDETE IMMEDIATAMENTE! e piegate per bene i vostri pantaloni. Disse gridando
- Scusate signore … si signore vi prego … io … non lo sapevo.
Disse completamente in preda al panico. La realtà era molto peggio delle sue fantasie. Aveva pensato tante volte di sottostare ai suoi ordine e ci si era anche masturbata ma adesso era solo panico. Panico puro. Piegò i pantaloni e li appoggiò alla spalliera.
- Risalite sul tavolo. Suki spiegagli la posizione di “ attenti ”.
Suki con due frasi in giapponese eseguì l’ ordine. Stava per rimproverarla di aver parlato in giapponese ma vide Yuko che scattò nella posizione corretta come fosse un soldato e capì che per certe cose forse era meglio se si parlavano nella loro lingua.
- Suki prendi le forbici e tagliale via quell’ orrendo collant. Ferma tu! L’ho ordinato a Suki.
- Si signore. Disse Yuko con un fil di voce.
Cominciò a tagliare dalle caviglie. Lo stracciava senza nessuna remora col solo intento di toglierlo di mezzo al più presto possibile. Prima una gamba poi l’ altra ed infine arrampicandosi in ginocchio sul tavolo tagliò l’elastico della vita in più punti. In due minuti aveva eseguito l’ordine. Si rimise in ginocchio e trattenne i resti del collant nella mano sinistra. Yuko era rimasta a gambe nude in mutande con la parte sopra ancora completamente vestita.
Eseguì con molta solerzia scese dal tavolo la ripose sopra i pantaloni risalì sul tavolo e si rimise sugli attenti.
Prometteva bene aveva subito capito come doveva comportarsi.
Stessa scena e stessa solerzia. Si andava proprio bene. Era rimasta in reggiseno e mutandine.
Lui la guardava con concupiscenza e la ragazza pur rimanendo nella posizione di attenti lo guardava con un imbarazzo sempre più evidente. Il pudore e l’ educazione cominciavano a rendere la situazione molto imbarazzante. Era diventata rossa in viso.
Ormai se lo aspettava ed eseguì quasi anticipandolo.
Aveva il seno leggermente più grande di quello di Suki e tendeva leggermente a cadere. Era praticamente impossibile superare la perfezione di Suki e quindi in qualche maniera se lo aspettava. Non fece commenti.
- No Non risalite sul tavolo salite su quella seggiola.
Si alzò in piedi e claudicante la raggiunse. Infilò le dita dentro l’ elastico delle mutandine e gliele abbassò a metà coscia.
Yuko presa alla sprovvista fece un movimento come a volersi riparare ma lui la gelò subito.
- Ferma! Metti immediatamente le mani sopra la testa.
Tremando leggermente per l’emozione eseguì l’ordine. Ebbe un sussulto involontario quando la mano dell’ uomo si impossessò della sua fica, abbrancando letteralmente le grandi labbra.
- Siete vergine ?
- Ecco io non capisc…
Un sonoro sculaccione la fece letteralmente sobbalzare
- Non fate la commedia con me. Lo so benissimo che avete capito. Disse appioppandole una seconda sculacciata.
- Voglio sapere se qualcuno è entrato qua dentro.
Aveva la faccia rossa quasi come le 5 dita che le stavano stampandosi sulle sue chiappe.
Deglutiva nervosamente raccolse tutte le sue forze e balbettò
- No signore.
- Che vuol dire no signore? Disse stringendole le grandi labbra fino a farle male. No signore non sono vergine o no signore nessuno è entrato qua dentro ?
- Ah! Aah!! Non sono vergine non sono vergine aaahhh!!! Aahh!
Allentò la presa
- Bene ci voleva tanto? E quanti cazzi sono entrati qua dentro. Disse allargando le grandi labbra con due dita.
Quel linguaggio violento la demoliva psicologicamente. Aveva le ginocchia che tremavano.
- Uno signore, uno solo. Il mio ex fidanzato.
- Uhm uno solo. Una fichettina così uno solo? Ma fammi il piacere. Faccio finta di crederti ad ogni modo da adesso in poi questa appartiene a me e tu dovrai chiedermi il permesso anche solo per masturbarti. Hai capito?
- Si! Sissignore.
- Tu da adesso in poi la hai solo in gestione. Dovrai tenerla sempre pulita è pronta all’ uso. Suki poi ti dirà le regole che dovrai tenere quando avrai il ciclo mestruale. Suki cosa diceva Miku delle fiche delle schiave ?
Suki non si aspettava di essere interpellata.
- Ecco io … non … Non mi ricordo.
- Cosa diceva dei peli?
- Ah si signore diceva che le schiave devono avere la … e lo disse in giapponese, rasata.
- Bene allora dopo prenderai il mio rasoio e raserai la fica della tua a amica a zero.
- Ma signore io …
- Hai detto qualcosa ?
- Nossignore. disse abbassando la testa.
- Ah mi pareva.
Disse guardandola con uno sguardo fulminante. Poi si rivolse verso Yuko
- Ho deciso che tu sarai la schiava rasata. I tuoi peli sono troppo arruffati e non mi piacciono. Voltati.
Aveva anche lei un bel culo non certo come quello di Suki ma era comunque molto bello aveva una pelle candida, che si era subito arrossata vistosamente dove erano cadute le due sculacciate di prima.
Gli venne subito una prepotente voglia di sculacciarla ben bene.
Con un gesto repentino prese le mutandine e gliele rimise.
Si diresse verso il divano e si sedette.
- Suki stai tremando, senti freddo?
Come faceva a dirgli che non era per il freddo che tremava. Fece cenno di si col capo.
- Rivestiti! Oggi tu sei in riposo. Disse con un sorrisetto sarcastico.
Senza dire una parola si alzò e cominciò a rivestirsi era evidente che ce l’ aveva con lui. Gli teneva il broncio.
- Tu vieni qua. Disse rivolgendosi a Yuko
- No non va bene cominciamo subito male. La prima cosa che devi imparare è che io sono destro di conseguenza tu devi SEMPRE entrare alla mia destra. Devi SEMPRE stenderti da destra verso sinistra.
- Chiedo scusa signore non pensavo di dovermi stendere.
- Ah no? E cosa pensavi di dover fare?
Non rispose. il silenzio stava diventando pesante perché lui la guardava e attendeva una risposta.
- Yuko sto aspettando una risposta
- Ecco io … io non lo so signore. Ma immediatamente si contraddisse perché si getto bocconi attraverso le sue ginocchia.
Senza dire una parola se la sistemò per bene, in modo da essere comodo, ma anche in modo che la sua pancia coincidesse proprio all’ altezza del suo cazzo.
- Perché ti sei stesa in questo modo?
- Per prendere le sculacciate!
- Quindi allora lo sapevi cosa dovevi fare?
- Io … io credo … di si ma … ohhh …
- Siete piuttosto contraddittoria. Prima dite che non lo sapete, poi vi stendete senza che io vi dica niente in maniera del tutto arbitraria. Chi vi ha detto che a me piace questa posizione?
- Oh! Signore vi prego … vi scongiuro. E fece per alzarsi. Ma lui la fermò immediatamente spingendola giù.
- Non azzardatevi a muovervi.
- Oh! Signore vi prego sculacciatemi! Disse piangendo, tentando di rompere quella tensione insopportabile.
- State dandomi degli ordini per caso ? Disse artigliandole le natiche con forza. Una natica per mano. Stringeva proprio come un rapace sulla preda a dita aperte.
- Aaaahhh!! Nooo … signore… aaaahhh! No No… No …
Allentò la presa, non gridava più ma respirava affannosamente come un mantice. Adesso le accarezzava le natiche si intrufolava sotto le mutandine e andava ad infilarsi dentro la fessura.
- Deciderò io quando cominciare e se cominciare è chiaro?
- Sissignore chiedo perdono signore.
- Il tuo culo è pronto a ricevere la punizione ?
- Sissignore! Respirava forte con il naso.
- Hai la coscienza che il tuo culo adesso è al centro dell’ universo che ti riguarda ?
- Io … Io … credo di si signore.
- Suki perché non ci guardi? Non ti piacciamo?
- Suki è imbarazzata signore Suki non piace vedere Yuko che piange.
- Ma Yuko ti da una mano, tutte le sculacciate che prenderà lei tu le risparmi, perché io le avrei date a te.
- Rimandatela a casa signore Suki prenderà lei tutte.
- Vorresti essere qui adesso al suo posto ?
- Sissignore.
- Oh No! Disse Yuko strillando qualcosa in giapponese verso Suki, che lui interpretò come “fatti gli affari tuoi”
Uno sculaccione forte e secco calò sulla natica destra di Yuko facendola sgroppare come un cavallo.
- Silenzio tu nessuno ti ha autorizzato a parlare.
E tanto per ribadire calò un secondo fendente sull’ altra natica, facendole cacciare un grido acuto.
Yuko percepì che non era come pensava e che le sculacciate potevano anche fare male. Respirava affannosamente, premette la faccia sul cuscino del divano.
- Ormai è troppo tardi nessuna delle due andrà a casa rimarrete qui entrambe. Mettetevi l’ anima in pace, non voglio più vedere scene di gelosia. Entrambe riceverete la vostra dose di frustare ed entrambe riceverete la vostra dose di cazzo. Quindi non voglio più sentire nemmeno un accenno di rivalità è chiaro ?
- Sissignore disse Suki abbassando la testa
- Sissignore disse anche Yuko.
- Molto bene, Voglio che tra di voi ci sia collaborazione e non rivalità. Siete amiche no? Anzi mi piacerebbe che quella che non è coinvolta mi dia una mano. Si! Bello. Suki vieni qua ad aiutarci. Da che parte vuoi metterti? Dal lato della testa e vedere le lacrime o dalla parte delle gambe a vedere il culo che diventa rosso?
Senza dire niente si inginocchiò dalla parte della testa e le prese le mani come a volerla rassicurare.