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Yuko

 

Aprì gli occhi come al solito  senza che nessuno lo avesse svegliato.
Come al solito con gli occhi semichiusi fece una panoramica della stanza.
Non c’ èra.  Suki non c’èra.
Alzò  di scatto la testa e aprì bene gli occhi.
Non c’èra  Suki era sparita, c’èra si il giaciglio in terra ma era vuoto.
Fece per alzarsi ma quasi subito, pur essendo molto bene isonorizzato,  si senti piano, il rumore dello scarico provenire del bagno.
Fece un grande sorriso di sollievo e si ridistese  facendo finta di dormire.
Indossava il babydoll. Era stupenda.
Decise di godersela un po’ così senza far vedere che era sveglio. Gli piaceva analizzare i suoi comportamenti  senza la sua interazione.
Per prima cosa liberò la stanza dal giaciglio piegandolo e riponendolo nell’ armadio.
Poi con molta circospezione senza fare il minimo rumore, prese i quattro strumenti punitivi e li allineò alla destra del letto. Allineò anche il  quaderno rosso. Guardava continuamente verso di lui.
La commedia stava funzionando,  perché si muoveva proprio come se lo credesse ancora addormentato.
Si diresse verso l’ armadio e tirò fuori la divisa fece per togliersi il babydoll ma un ordine perentorio la fece letteralmente sobbalzare.

Si morse le labbra con un gesto di disappunto.
Si era promessa di non salutarlo, ma quell’ attimo di panico aveva sconvolto tutto.
Aveva agito istintivamente  e aveva salutato, come le avevano insegnato a fare.
Comunque non ripetè il saluto e ricorse allo stratagemma della domanda.

Disse minacciandola agitando il dito indice. Poi continuò.

Ubbidì  senza esitazione

Si allontanò per discrezione e si inginocchiò, al suo ormai abituale angolo sotto la finestra.
Non poteva fare a meno di pensare che se quella era la sua divisa mattutina, avrebbe dovuto aprire ai camerieri in quelle condizioni. Si alzo di scatto e correndo andò verso l’ armadio lo aprì e si specchiò. Oh! Santi antenati … Oh!grande Fujiama … era praticamente nuda. Non lo aveva fatto a posta ma il babydoll era praticamente trasparente si vedeva tutto benissimo anzi era ancora più erotico …  fece un mezzo giro per guardarsi dietro Si le mutande un po’ nascondevano ma, se per caso avesse dovuto aprire, come ieri, avendole calate a metà coscia?  Era molto … molto probabile che ciò accadesse … anzi era quasi certo.
Le tirò giù per fare la prova. Ohh!! Mamasan  Oh! Mamasan! Si vedeva proprio tutto, i peli, la fessura della fica e  anche i segni delle natiche. Fu presa dal panico. Chiuse l’armadio si tirò su gli slip e corse verso il telefono.

Non fece in tempo a raggiungere la posizione. Lui uscì dal bagno che lei stava affrettandosi verso di lui.
Lui non percepì  subito  se quello era un eccesso di zelo o una marachella che veniva mascherata.
Decise che al momento  non avrebbe indagato.

Disse visibilmente preoccupata. Lo abbracciò in vita per sostenerlo meglio.
Per sorreggersi le aveva messo la mano attorno al collo e naturalmente ne approfittava per palparle il seno. L’aiutò a mettere la gamba rigida sul letto e gli mise tutti i cuscini dietro la schiena. Tremava visibilmente. Deglutiva con molta apprensione.
Non si allontanò e mise le mani sulla testa.

Quell’ espressione la faceva sentire proprio una serva, una nullità. Un quarto di manzo dal macellaio.
La differenza di morbidezza tra la pelle e il nylon delle calze, il calore che proveniva dalla fica, erano sensazioni paradisiache. Aveva la pelle alta delle cosce liscia e senza un neo avrebbe passato l’ infinito a toccarla.
Lei non sapeva dove guardare nonostante tutto era imbarazzante e non riusciva ad abituarcisi. Non le stava facendo male pur stringendole le grandi labbra. Non le faceva male.

Che spettacolo. Si stupiva ogni volta. La prese per i fianchi e se la sistemò bene in grembo. Con pignoleria, aiutato anche da piccoli movimenti della ragazza, la mise esattamente sopra al suo cazzo.   Il letto grande rendeva questa posizione molto comoda per entrambi. Si sgranocchiò le dita come un pianista davanti alla tastiera. Il babydoll arrivava leggermente sotto le natiche.
Decise di non alzarlo subito, tanto praticamente come protezione era uguale a zero.
Cominciò a sculacciarla lentamente  senza fretta ma anche senza indulgenza, le pacche erano lente ma molto vigorose.
Si era promessa di resistere ma, avendo le natiche indolenzite dal giorno prima, ogni proposito andò a farsi benedire. Cominciò a piangere a grandi lacrime. Sussultava ad ogni colpo però manteneva la posizione. Non gridava ma lanciava dei singulti ad ogni impatto.
Si era fermato le aveva alzato il babydoll e aveva arrotolato le mutande dentro alla fessura. Con la sinistra le tirava sin quasi a sollevarla di peso, e con la destra sculacciava sulla pelle ormai messa a nudo.
Quello che le stava accadendo la sconvolse, perché dalla fica le arrivavano delle sensazioni inaspettate e del tutto fuori  luogo. Tanto che desiderava che lui continuasse a sculacciarla.
Invece smise. Forse insospettito da qualche sua inequivocabile contorsione, smise di colpo.
E si fermo proprio a guardare a indagare se i suoi sospetti erano fondati. Si sentì come una ladra colta sul fatto. Raccolse tutte le sue forse e tentò di restare immobile.

Prese le mutandine con le due mani e lentamente le trascinò fino a meta coscia.
Ricominciò a sculacciarla con vigore  ma, senza le mutandine che premevano sul clitoride, le sensazioni erano tornate quelle che ci si aspettava fossero, cioè solo dolore.
Un bruciate continuo ed insistente acuto dolore.
Si fermo dopo qualche decina di sculacciate e senza nessuna pietà spalanco a due mani la fessura come aveva fatto il giorno prima. Infilò la mano dentro e assaporò il calore che emanava.
Suki si era di nuovo sprofondata  con la faccia tra le coperte.
Si diresse con qualche indugio  dentro le grandi labbra e si accorse che l’ ambiente era lubrificato e accogliente. Sorrideva sornione e andò a cercare il clitoride.
Suki fece un salto come se l’ avesse morsa un serpente. Scattava come una molla ogni volta che lui schiacciava quel bottoncino. Sembrava telecomandata lui schiacciava e lei saltava.
Si mise a ridere di gusto. Lei invece no era rossa fino alle orecchie,  travolta dall’imbarazzo e dal disagio.

Suki mi è presa fame scendi e ordina la colazione.
Quello che temeva si stava puntualmente verificando in preda al panico, senza tirare su  le mutandine si diresse verso il telefono. Parlava naturalmente in giapponese però si capiva che non era una ordinazione normale era come se stesse contrattando.

Si ridistese come un agnello sacrificale e ti tirò su da sola il babydoll.

Bussarono alla porta.
Fece un sussulto.

Le diede un ultimo sculaccione e disse,

Con uno scatto di reni si alzò dal letto, come un fulmine  saltellò  verso l’armadio, mentre correva si tirò su gli slip, in cinque secondi era davanti alla porta.
Aprì come era suo solito, rimanendo seminascosta dallo stipite.

Suki aprì tutta la porta e lo fece entrare.
Era una donna,  rimase sorpreso, Non la riconobbe subito.

Spinse il carrello in mezzo alla stanza le due si guardarono ma non dissero niente.
Suki aprì un cassetto e tirò fuori una moneta  e la  diede alla ragazza. Dopo un ennesimo inchino Yuko fece per andarsene.

Ci fu un grande silenzio. Si guardarono l’un l’altro tutti e tre.

Suki abbassò la testa e rimase a fissarsi i piedi in silenzio.

Scoppiò a pingere.

Non pensava di dover rispondere.
Lui ripetè la domanda con molta gentilezza.

Ci fu un silenzio pensieroso e carico di disagio.
Prese la sedia e si mise nel punto che lui aveva indicato senza dire niente.

Si  mise in posizione senza dire una parola.

Aveva affondato  la faccia tra le coperte  e con un soffio disse.

Cominciò a sculacciarla a mano nuda. Yuko aveva gli occhi sbarrati e non si perdeva un movimento.
Dopo una decina di colpi.

La ragazza fu colta di sorpresa non pensava venisse coinvolta. Balbettò qualcosa di incomprensibile.

Ci fu qualche attimo di sorpresa.

 Si inginocchiò dall’altra parte del letto davanti a Suki e le prese i polsi.

Si alzò per eseguire l’ ordine e si accorse che intanto lui la stava accarezzando fin dentro la fessura. Gli porse la spazzola continuando a fissare quelle dita che si intrufolavano tra le chiappe.
Tornò dall’altra parte del letto si inginocchiò di nuovo e serrò i polsi di Suki.

Piccola pausa.

Con enorme sofferenza Suki estroflesse il bacino verso l’ alto.

Suki piangeva a calde lacrime.
Yuko con una mano teneva forte i polsi e con l’ altra le cingeva la testa.
Si accorse però che in quella posizione Suki, con le lacrime o forse con la saliva le aveva bagnato la spalla della giacca. Ricominciò la litania

Ma … ma  Non si fermava ? ma quante aveva intenzione di dargliene, povera Mitsu. La baciò sulla fronte. La strinse forte forte ma non solo per tenerla ferma.
Ricominciò la litania.

Si fermò Yuko stava baciando la fronte di Mitsuki in preda ai singulti e tentava di consolarla.

Ringraziala per essere è stata così gentile da sprecare il suo tempo a causa del tuo culo.
Suki piano piano, come se emergesse da un letargo profondo, visibilmente dolorante,
prese un'altra moneta dal cassetto e dandole un bacio sulla guancia gliela mise in mano.

Fu Yuko questa volta a darle due baci sulle guance prima di uscire.
Prese l’ ascensore però invece di andare in portineria si fermo al piano del bar.
Corse verso il bagno delle signore, chiuse la porta a chiave e cominciò a masturbarsi furiosamente.

Suki intanto aveva preso il vassoio e lo mise esattamente dove si trovava lei pochi istanti prima.

Suki si inginocchiò alla sua destra e prese il libro rosso.

Rimase stupito da tanta  precisione Sembrava una segretaria di una grande azienda.

Aveva parlato in giapponese e lui non aveva capito niente.

Lo guardo con gli occhi sgranati aveva pensato che la risparmiasse. Prese il vassoio lo poggiò a terra al lato del letto e si distese rassegnata, per l’ ennesima volta  sul suo grembo.
Si rese conto che quella posizione cominciava a diventare per lei la più usuale. Ormai i fiorellini ricamati sulla coperta,  non avevano più segreti tanto li aveva guardati. Con piccoli spostamenti andò a cercare la bozza del suo cazzo. A parte le calze era completamente nuda se ne rendeva conto, inutile negarlo era un oggetto sessuale. Dovette però confessare a se stessa che quella ricerca minuziosa della posizione era un qualcosa che le piaceva. Le piacque ancora di più quando invece delle sculacciate arrivarono le carezze. Dolci sensuali elettrizzanti. Alzò senza rendersene conto il bacino in una muta offerta. Lui si insinuo sotto ed accarezzò il clitoride. Non lo premeva come prima e lei non saltava come prima. Emise del tutto fuori controllo un mugolio involontario.
Bussarono alla porta. Con evidente disappunto si alzò  senza che lui glielo avesse ordinato. Yuko era stata velocissima proprio adesso che non serviva.

Fece un inchino imbarazzato  e si diresse verso la porta. Aprì tenendosi rigorosamente riparata dietro lo stipite. Era Yuko e allora la lasciò entrare aveva un vassoio con due caraffe

Disse con una  intonazione molto sensuale.
Suki  percepì una specie di doppio senso  la spinse letteralmente fuori dalla porta.
Rimise il vassoio sulle sue ginocchia e sostituì le caraffe con quelle calde.
Si rimise in ginocchio e prese in mano il quaderno rosso.

Aprì una vaschetta di burro e cominciò  a spalmarlo su  una fetta di pane tostato.

Rimase in silenzio come a riflettere poi fece cenno di si con il capo.

Deglutì in maniera molto … molto preoccupata. Girò alcune pagine poi in un angolo scrisse qualcosa.

Lui si mise a ridere di gusto.
Suki deglutì imbarazzata e continuò.

Disse prostrandosi con la fronte fino a terra.

Disse asciugandosi furtivamente una lacrima.

Che sono 3200 dollari. Ma questa cosa non si deve dire in giro. Tutte le ragazze sono in debito con lei e allora lavorano per lei. È lei che riscuote tutto e allora ha fatto un elenco prezzi molto dettagliato che però non comprende le spese di albergo ne le cure termali sono quelle  chiamano “ spese extra”  e loro intendono le spese di sesso.

Non rispose  mise la testa tra le mani  gli girava come in un vortice. Il quaderno le era caduto.
Fece per alzarsi ma non ce la fece si aggrappò al letto per non cadere. Ansimava forte.
Lui imprigionato dal vassoio e con la gamba ingessata, poté solo allungargli un braccio che lei afferrò istintivamente. Respirava forte. Ansimava. Facendo forza sul suo bracciò riuscì ad alzarsi e a respirare profondamente ma senza più ansimare.

disse mettendosi di nuovo in ginocchio.

Squillò il telefono.

Dice se è possibile che padrone lascia libera Suki  per poco tempo e quando se possibile.

Parlò in giapponese. annuiva diceva di si più volte.

Suki prese il vassoio e lo posò sul carrello

La ragazza lo presa da sotto l’ ascella e lo fece alzare di forza.

Con un profondo inchino a due mani gliela porse.

Non ci furono bisogno di ulteriori spiegazioni aveva compreso benissimo cosa lui voleva.

Si spostò di fianco  allungò il braccio e appoggiò la spazzola sulle natiche per prendere la misura.

Emise uno squittio acutissimo fece un sussulto e poi con un fil di voce disse

Le diede il quinto colpo poi ripetè la domanda.

Lui la guardava a braccia conserte , ma con sguardo minaccioso come a dire “sto aspettando i tuoi comodi”. Se ne rese conto e si angosciò ancora di più si rimise in posizione e balbettò qualcosa di incomprensibile. Era molto preoccupata ed infatti.

Alle undici meno dieci, dopo averle dato altri 20 colpi smise.

Mise  la mano attaccata alla coscia davanti all’inguine in modo lei baciandola si trovasse con la faccia praticamente attaccata al suo cazzo in erezione. Lei esitò un attimo a protendersi ma poi intuendo e per farsi un po’ perdonare bacio tutti e due.  Scappò letteralmente in bagno.
Aveva lasciato la porta aperta e la vedeva farsi le abluzioni di acqua fredda . Era bellissima .
Si muoveva con grande fretta.

Fu velocissima e si prese anche qualche minuto per truccarsi .

Fece un profondo inchino e se ne andò.