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Tokio

 

Finalmente avrebbe avuto una macchina competitiva.
I giapponesi erano famosi  per i loro motori. Nelle moto erano almeno 10 anni  che dominavano incontrastati.
Il taxi si moveva lentamente nel traffico di Tokio appoggiò la testa alla spalliera del sedile e socchiuse gli occhi.
Era stanco
Il viaggio lunghissimo ed il fuso orario lo avevano stremato.
Era felice sarebbe stata una grande occasione era uno dei piloti più quotati del Circus e sicuramente
avrebbe avuto modo di dimostrare quanto valeva.
Il suo manager lo aveva sistemato in un grande albergo gli aveva prenotato una suite tutta per lui
aveva scelto un albergo dove addirittura c’era del personale che parlava italiano.
I giapponesi lo avevano accolto con grande entusiasmo e non badavano a spese .
Puntavano ai mercati europei e avevano bisogno di vincere qualche gara in F1 o comunque di fare bella figura.
La hall a quell’ ora era poco affollata  aveva il suono sordo delle stanze piene di moquette.
Il giovane fattorino lo aveva riconosciuto, gli sorrideva continuamente  si inchinava ad ogni passo, prese le valige e lo accompagnò alla reception.
Lo accolse il direttore in persona   lo registrò parlando in italiano. Sorrideva e si inchinava anche lui innumerevoli volte..
Non poté fare a meno di notare una impiegata molto bella,  al momento stava rispondendo al telefono i loro sguardi si incrociarono per qualche secondo,  gli fece un inchino, poi continuò a parlare giapponese al microfono.
Fu il direttore in persona ad accompagnarlo alla suite.
Mentre saliva in ascensore gli disse che era molto stanco e che non voleva essere disturbato.
Si sdraiò nel letto e si addormentò.

 

Suonò il telefono

Si svegliò che erano quasi le sei del pomeriggio, aveva voglia di sgranchirsi un po’.
Scese al piano del bar e si prese un té caldo. Dal tavolino poteva vedere la reception sottostante.
Si mise a guardare le due ragazze.
Una era davvero bella era perfetta aveva due seni notevoli per una giapponese e anche il culo era perfetto insomma da quello che si poteva intuire attraverso la divisa dell’albergo.
Aveva voglia di fare una passeggiata la giornata era piacevole e decise di fare un giro a guardare un po’ di vetrine.
Mentre scendeva le scale una comitiva di tedeschi invase la hall e circondò la reception.
Si avvicinò facendosi largo tra i tedeschi  lasciò la chiave sul bancone e uscì in strada.

La confusione al bancone man mano che i clienti venivano registrati diminuiva le due ragazze lavoravano a pieno ritmo.

Prese il telefono e fece il numero della suite.
Sentiva squillare attese per qualche minuto … nessuno rispondeva  ad un tratto gli occhi si posarono su una chiave appoggiata sul bancone.
Un groppo le salì alla gola, aveva la sensazione di sapere già di chi fosse quella chiave.
Il telefono continuava a squillare inutilmente … allungò la mano per raccoglierla quasi svenne quando vide il numero.
Posò il telefono e fissò un punto indefinito nel vuoto.

Il direttore divenne paonazzo trattenne a stento la collera e disse tra i denti …

Mitsuki continuava ad inchinarsi in segno di scusa era rossa come un peperone imbarazzatissima.


Ritornò in albergo che erano passate le otto da pochissimi minuti.
Dovevano aver cambiato i turni perché alla reception la bella ragazza non c’era più.
Gli si fece incontro il direttore tutto trafelato.

Quella passeggiata gli era costata, trecentomila dollari.
Uno sponsor coreano se ne era andato, ed era saltato l’accordo per degli spot televisivi.
Alla fine visto che lui era introvabile avevano optato per l’altro pilota  della sua stessa scuderia un pilota francese antipaticissimo.
Oddio non è che gli piacesse molto fare gli spot in TV però insomma  trecentomila dollari …

 

Gli ci volle molta pazienza per reggere il fiume di scuse che il direttore riversava su di lui.
Finalmente con la scusa che doveva andare a mangiare riuscì a chiudere la questione.


Le prove in pista non erano ancora cominciate erano ancora alla fase preparatoria.
Gli avevano preso l’impronta per il sedile … stavano facendo le tute e i caschi.
I primi giorni se ne andarono per tutte queste piccole cose e soprattutto servirono a mettersi in pari con il fuso orario.
Aveva preso l’abitudine tutte le sere di fare una passeggiata per la città.
Il suo manager per sicurezza gli aveva comprato un telefono di quelli portatili.
In fondo erano nella patria dell’elettronica e quegli aggeggi stavano diffondendosi come le caramelle.
Lasciò la chiave sul bancone e notò che neanche stasera c’era la ragazza bellissima.
Erano diversi giorni che non la vedeva più.
Stava guardando un negozio di modellismo quei giocattoli per adulti l'affascinavano …
Si era sempre promesso di trovare un po’ di tempo per se stesso ma … sicuramente non era per adesso.
Stava guardando un aereo con un micromotore sulla punta doveva essere un due tempi …
Una vocina flebile che lo chiamava lo fece voltare.
Erano due donne una molto anziana, minuta con i capelli bianchi indossava un kimono tradizionale
l’altra molto più giovane.
Era una faccia che aveva visto da qualche parte e vestiva all’europea.
Appena si voltò entrambe le donne gli fecero un profondo inchino.
Lui ricambiò molto sorpreso.

Disse in italiano poi continuò.

Disse in tono confidenziale alla ragazza.

Così dicendo fece cenno ad un taxi di fermarsi.

La casa era piccola, un po’ fuori mano  era di foggia tradizionale in legno con le pareti scorrevoli in carta di riso.
Appena entrato senza le scarpe naturalmente, intravide o meglio percepì una presenza dietro una parete una figura inginocchiata un ombra riflessa sulla carta.

Mentre la signora anziana si apprestava ad eseguire il rito del tè, Yuko cominciò a parlare.

È molto addolorata … per lei è un grande disonore sapere che sua figlia le ha causato un danno e vorrebbe risarcirla.

Ci fu un silenzio imbarazzante la vecchia aveva intuito che Yuko aveva finito la spiegazione ed entrambe lo guardavano con apprensione.
Il silenzio si protrasse per vari minuti.

La vocina della anziana donna si fece sentire ed interrogò Yuko.

Yuko rimase a bocca aperta deglutì poi si rivolse verso la signora Asagi e tradusse la cifra in yen.


Seppure in ginocchio con uno scatto da atleta riuscì ad afferrarla al volo prima che cadesse sopra il contenitore dell’acqua bollente.
La signora era letteralmente svenuta aveva lasciato cadere la tazza con il te, che stava per offrirgli sulle stuoie, ed era venuta meno.
Dalla parete di fondo dall’altra stanza percepì dei singhiozzi.
Yuko si era anche lei precipitata sulla donna e riuscirono ad evitare che cadesse.
La fecero rinvenire delicatamente le fecero bere un po’ di tè.
Dall’altra parte della stanza ormai si udiva chiaramente un pianto profondo.
Prese in mano la situazione.

Guardò la vecchia signora negli occhi e cominciò a parlare.

Si rivolse verso la vecchia signora che li guardava con apprensione ascoltò la traduzione di Yuko
Poi fece un inchino di ringraziamento anche per nascondere le lacrime che gli si erano formate sugli occhi.
Con un fil di voce disse alcune parole verso Yuko.

La signora ascoltò attentamente le parole di Yuko e fece un cenno di assenso con la testa

Yuko fece un grande sorriso tradusse la richiesta e si fece da parte per lasciare che la signora servisse il te nella maniera tradizionale.
Tornato in albergo andò dal direttore e mise in pratica tutto quello che aveva promesso.
Si fece consegnare la lettera di rimostranze e la stracciò, poi telefono al suo manager e lo costrinse, non senza proteste, a ritirare la querela per danni.
Pretese che la ragazza riprendesse il suo posto sin dal giorno successivo.
Il direttore raggiante in volto lo rassicurò che tutto sarebbe stato fatto e lo accompagnò lui stesso
Fino alla suite.