La conferenza
Erano seduti entrambi sul sedile posteriore di una limousine fornita dall’ albergo stesso.
Il traffico era intenso e la velocità era relativamente modesta.
Suki era impeccabile sobria e nello stesso tempo bellissima nella sua divisa blu.
Solo lui però sapeva che sotto non portava ne le calze ne le mutande e che aveva le natiche offese da una punizione recentissima.
- Suki hai mai visto il film Histoire d’O ?
- Sono andata a vederlo con degli amici diversi anni fa, ma poi, ne sono rimasta così imbarazzata che, sono andata via prima della fine.
- I tuoi amici si sono accorti del tuo imbarazzo ?
- No signore ho inventato una scusa plausibile e me ne sono andata.
- L’ inizio però te lo ricordi ?
- Dovrei pensarci signore.
- Non ti sembra questa la stessa situazione ?
- In effetti gli somiglia molto.
- E cosa manca per renderla uguale ?
- Ecco io … io signore non mi ricordo …
- Su sforzati cosa fanno i protagonisti dentro alla limousine.
Divenne rossa in modo evidente.
- Si toglie le calze e le mutandine.
- Ma tu già le hai tolte quindi?
- Devo, devo alzarmi la gonna e sedermi con la pelle a contatto col cuoio.
- E che cosa aspetti su … fallo!
Prese la gonna e cominciò a tirarla su. Lentamente. Lentamente senza fare il minimo rumore. Guardò verso l’ autista anche nel film, si ricordò che la protagonista guardava nello specchietto per incrociare lo sguardo dell’uomo. Fortunatamente questo, a differenza del film, non sospettava niente e prestava attenzione solo al traffico. Solo all’ ultimo dovette fare un piccolo balzo per scavalcare le natiche. Le gonne della divisa non erano certo adatte a questi giochetti erotici.
L’ autista attirato da quel movimento getto uno sguardo verso di loro ma poi ignaro continuò a guardare avanti.
- Bene! Molto bene state comoda ?
- Molto a disagio signore, mi vergogno tanto, ed è appiccicoso.
- Vi ho già detto che queste cose non hanno importanza.
- Si signore, era solo per dire la verità.
- Avete fatto bene a dirmelo anche se, non scalerà nemmeno un dollaro dal vostro debito.
- Si signore.
- Vi vedo pensierosa.
- Signore perdonatemi Quanto mi scalerete con la punizione di stamattina.
- Poco. Molto poco, punizione incompiuta e niente affatto soddisfacente, inoltre non mi hai ancora portato le tariffe che ti avevo ordinato.
- Lo farò appena possibile signore. Non ho avuto …
- Si lo so non è dipeso da voi. Ma Voi cosa ne pensate della vostra prima punizione.
- Onorevole signore Suki non … non ci ha pensato .
- Ebbene pensaci adesso anzi voglio anche un racconto dettagliato sul quaderno rosso .
- Suki è la prima volta che ha avuto punizione ed è sembrato molto grande. Molto dolorosa.
- Ma se tua madre ti puniva costantemente …
- Punizione di mamasan duravano 10 minuti e poi tutto passava. Mamasan e una donna molto gracile il mio signore invece ha le braccia molto forti.
- Ma se ho adoperato solo la spazzola piccola.
- Il mio signore era molto arrabbiato per la verginità e sculacciava forte forte.
- Beh comincia a preoccuparti perché le punizioni saranno più lunghe e dolorose.
- Ohhh Povera Suki Povera Suki. Signore perché non piacciono donne vergini?
- Oh per giove ma … Io adoro le donne vergini.
- Signore Suki non capisce.
- Suki, io finisco sempre le punizioni facendo l’ amore, per me la punizione è finita solo quando ho avuto un orgasmo. Mi spieghi come devo fare con te eh ? Sei vergine! Come faccio a scoparti me lo dici ?
- Ma Suki appartiene al suo padrone.
- Eh no! La verginità non si compra. Sarebbe una violenza e non riuscirei a guardarmi allo specchio. La verginità deve essere regalata. E’ la donna che per amore deve regalarla al suo uomo. Senza che nessuno la obblighi.
Ci furono diversi minuti di silenzio.
- Però dovremo escogitare qualche sistema perché, non rinuncerò certo ad avere un orgasmo alla fine della punizione.
- Suki comprende Suki ha molta stima del suo onorevole padrone. Suki ringrazia molto il suo onorevole padrone.
- Riconponiti siamo quasi arrivati.
Suki scese dalla macchina, e aiutata dall’ autista tirò fuori dal bagagliaio la sedia a rotelle.
Mentre scendeva la senti sussurrare “ Suki troverà sistema “ lo aveva detto piano quasi lo avesse detto a se stessa.
La sala era gremita di giornalisti. La formula 1 in quegli anni stava prendendo piede anche in Giappone e la gente ne era entusiasta.
Erano seduti ad un tavolo pieno di microfoni e di monitor, semi incassati sul ripiano, in modo da non coprire i volti.
Suki era alla sua destra mentre alla sua sinistra vi era un moderatore-presentatore molto noto della tv popolare.
La trasmissione dopo i convenevoli di rito entrò nel vivo con la messa in onda del filmato dell’ incidente sia a velocità normale che al rallenty.
Suki nel rivederlo rimase turbata tanto che se ne accorse anche il presentatore e tornati subito in diretta le fece una domanda specifica a cui lei rispose con molta grazia e femminilità ammise candidamente che si quel filmato, come a tutte le donne, la turbava e la spaventava.
Ci furono molte domande tecniche a cui lui rispondeva in italiano.
Suki era bravissima aveva frequentato un corso di hostess e lo metteva a frutto con grande professionalità, traduceva in maniera impeccabile, inoltre era estremamente fotogenica.
Ad un certo punto, dopo circa mezz’ora di tecnicismi, si alzò una giornalista di una famosa rivista di gossip e formulò la sua domanda.
Suki si rivolse verso di lui e tradusse.
- Signor De Angeli è vero che lei è fidanzato con la famosa fotomodella svedese Jenny Berger?
Si guardarono negli occhi ci fu qualche istante di silenzio si sentiva inquisito e gli sembrò di cogliere un tremolio nella voce di Suki.
- Jenny è una cara amica siamo usciti qualche volta insieme però non siamo fidanzati.
Appena ebbe fatto la traduzione la giornalista incalzò subito un'altra domanda.
- Però vi hanno visto ballare molto stretti e ci sono delle foto che vi ritraggono in atteggiamenti molto intimi. Si può dire che Jenny Berger è più che una cara amica ?
Questa volta la voce di Suki tremolava sensibilmente , ma naturalmente lì, poteva capirlo solo lui.
Prese qualche attimo di riflessione poi guardando Suki disse.
- Qualche volta si beve un po’ più del solito, qualche volta si sente la primavera , siamo giovani e a volte capita … insomma è una delle più belle donne del mondo … ma no. Jenny è solo una cara amica.
Mentre traduceva Suki abbassò gli occhi e non guardò verso la telecamera.
Un'altra giornalista si alzò in piedi e fece una sfilza di domande.
- Signor De Angeli lei crede nell’ amore
- Naturalmente si
- Signor De Angeli lei attualmente è innamorato?
- Si ma, il nome non ve lo dirò nemmeno sotto tortura.
- Signor De Angeli cosa pensa delle donne Giapponesi?
- Che sono bellissime ma che, ancora non ho avuto modo di conoscerle a fondo.
- Signor De Angeli come si trova qui nel nostro paese?
- Meravigliosamente e devo ringraziare pubblicamente Mitsuki e tutto il personale dell’ albergo che mi coccolano e mi viziano in un momento così difficile della mia carriera.
La trasmissione con uno spot pubblicitario finì alle 12 in punto.
Fu invitato a pranzo in un famoso ristorante. Pretese di avere accanto a se Suki.
Qualcuno gli fece notare che era vestita con una divisa simile al personale inserviente.
Lui minacciò semplicemente di andarsene.
Anche Suki sentendosi in imbarazzo cercò di tirarsi fuori.
- Signore io … il personale di servizio … non
- Silenzio e sedetevi qui accanto a me! Disse in tono perentorio da interrompere ogni discussione.
Suki fece un inchino e si sedette al suo fianco.
I Commensali erano personaggi famosi e parlavano tutti in inglese. Davanti a lui si era seduta la famosa giornalista di gossip che cominciò subito a fargli una corte sfacciata.
- Signor De Angelis durante l’ intervista lei ha detto che ancora non conosce a fondo le donne giapponesi. Le piacerebbe conoscerne una a “ fondo” ?
Suki la guardò come se volesse incenerirla. Odiava quella sua vocina da papera e odiava anche quel suo modo di proporsi.
- Certo che si … Però ovviamente dipende dalla donna.
- Le piace la nostra città ?
- Veramente ho avuto poco tempo per visitarla mi piacerebbe visitarla meglio.
- Io sono un ottima guida se vuole posso farle da cicerone conosco dei posti affascinanti.
Suki serrò la mascella avrebbe voluto strozzarla. Non disse niente e non fece una mossa ma, lui, incrociando per un attimo i suoi occhi lesse un inequivocabile lampo di gelosia.
- Sapete, avere una gamba ingessata non è il modo migliore per visitare una città, inoltre, ho l’ ordine tassativo del medico di fare meno sforzi possibile, senza contare gli sponsor, che mi controllano con il fucile puntato, sono costretto, ma solo per il momento, a declinare l’invito.
Non era sicura che quella interprete contasse qualcosa per lui, sicuramente era un hostess ingaggiata dall’ albergo ma, le era sembrato di cogliere un lampo di gelosia nei suoi occhi. Si probabilmente ci stava provando anche lei. Decise di far fuori subito la concorrente.
- Signor De Angeli qui al tavolo parliamo tutti inglese non ha più bisogno dell’ interprete. Può lasciare libera la sua hostess, per oggi posso sostituirla io.
- Mitsuki non …
Fu interrotto dalla ragazza che appoggiandogli una mano sul braccio disse in inglese.
- Signore, dato che ho la macchina a disposizione, potrei finalmente svolgere quel lavoro sui prezzi che mi aveva ordinato.
La guardò per un attimo non capì subito a cosa si riferiva le sembrava una scusa ma poi capì e soprattutto, lesse una disperata richiesta nei suoi occhi. Li si trovava fuori posto e ne soffriva.
- Va bene come volete potete tornare a prendermi verso …
- Non c’è bisogno … vi accompagnerò io ho la mia macchina personale.
Si intromise la giornalista, radiosa in volto, per aver sbaragliato una concorrente.
- Grazie siete molto gentile.
Disse con un sorriso. Poi rivolgendosi verso Suki disse in italiano.
- Allora fate pure le cose con calma, prendetevi tutto il tempo che volete, spendete tutto il denaro che vi serve, mi aspetto un resoconto dettagliato e preciso. Ci vediamo in albergo.
Suki fece un profondo inchino a tutti i commensali e si congedò.
Mentre stava per uscire dal ristorante vide che la giornalista non aveva perso tempo, si era messa al suo posto e gli sorrideva accarezzandolo sulla mano.
Si asciugò la lacrima pochi istanti prima che l’ autista potesse accorgersene. Mise al corrente l’ autista che avevano un lavoro da svolgere e si sedette sul sedile posteriore.
La macchina si mosse, lei senza farsi scorgere tirò su la gonna e si sedette a pelle nuda sul cuoio.
Era triste si guardò le cosce che spuntavano dalla gonna.
Fu interrotta dalla voce dell’ autista che proveniva dall’ altoparlante.
- Io mi fermo da McDonald tu vuoi qualcosa ?
Premette il pulsante per la risposta.
- Si scendo anche io, mangiamo qualcosa seduti, tanto abbiamo tempo.
Fece per riassestarsi la gonna ma poi decise che lo avrebbe fatto solo all’ ultimo istante pochi secondi prima di scendere.
Trovarono posto in fondo alla sala su un tavolo munito di panche.
Mentre era seduta pensò che se avesse avuto la gonna più larga avrebbe potuto fare il giochetto di histoire d’O anche li. Si penti subito di averlo pensato come giochetto. Non era un giochetto. Era la presenza del suo padrone. Non doveva ingelosirsi lei era solo la sua schiava. Lui era il suo padrone e aveva il diritto di scoparsi chi voleva.
- Ti vedo pensierosa
- Si è che mi ha affibbiato un lavoro imbarazzante. Devo fare una intervista per un giornale e devo intervistare 5 prostitute.
- Ah beh! Questo è il mio campo hai trovato l’ uomo giusto ti accompagno io.
- Lo speravo proprio però durante l’ intervista non potrai essere presente.
- Peccato, ma me lo aspettavo.
- Takeo come è andata a finire poi con tua moglie ?
- Abbiamo divorziato ed è per questo che sono diventato esperto di quelle signorine.
Dopo circa mezz’ora uscirono dal locale.
Appena la macchina cominciò a muoversi alzò di nuovo la gonna e si risedette a culo nudo sul cuoio freddo.
Tornò che erano quasi le 17 aveva fatto un bel giro aveva comperato le calze i babydoll e naturalmente aveva espletato completamente il lavoro con le prostitute.
Prese l’ ascensore nel garage e salì direttamente alla suite.
Lui non c’era. Non era ancora tornato.
Mise a posto le cose che aveva comperato e rimise in ordine la stanza, rifece il letto.
Generalmente queste cose venivano fatte dal personale delle pulizie, ma in quella situazione specifica, per espresso ordine del direttore, doveva fare tutto lei.
Si inginocchiò sotto la finestra prese il quaderno rosso e cominciò a scrivere.
C’era solo un grande silenzio.
Non riusciva a concentrasi. Il pranzo non poteva essere stato così lungo.
Era inviperita avrebbe voluto strapparle gli occhi a quella papera “vuole conoscere una donna giapponese fino in fondo”
“Vuole che le mostri il mio utero? ” Scimmiottò con una boccaccia. “ Vuole visitare la città” “ le faccio da cicerone”.
Doveva concentrarsi e non pensarci più. Doveva scrivere le impressioni della prima punizione e ricopiare il rapporto dei prezzi.
Mignotta … era solo una mignotta mascherata da giornalista.
Non aveva nessun diritto ma in realtà era gelosa, continuava a ripetersi che lei era solo la sua schiava, ma era gelosa terribilmente gelosa, ossessivamente gelosa, anche se tra loro praticamente non c’era stato niente. Lui aveva il diritto di scopare con chi voleva. Lei era solo una hostess una schiava e basta. Non aveva nessun diritto su di lui. Scoppiò a piangere senza freni.
Squillò il telefono era Yuko
- Ciao Yuko… che c’è?
- Ti ho visto in televisione si stata fantastica, ho telefonato anche a tua madre e anche lei ti ha guardato. Il direttore è al settimo cielo, dalla direzione generale, gli hanno fatto le congratulazioni e forse daranno un premio a tutto il personale.
Percepì poco entusiamo dall’ altro lato del telefono e continuò
- Ma Mitsu hai capito cosa ho detto ?
- Ma si si certo che ho capito.
- Ci daranno un premio e sicuramente uno grosso anche a te
- Chi lo dice?
- Il direttore in persona. Era … era al settimo cielo.
- Uhm! Vedremo …
- Ma Mitsu che hai ?
- Niente cosa vuoi che abbia è che sono stanca stanotte ho dormito male.
- Ti ha sculacciato di nuovo?
- Yuko !! NON sono queste domande da fare. Sono cose queste, che a te non devono interessare.
- Ma siamo amiche no?
- Certo che siamo amiche, ma queste, sono cose intime, io mica te le chiedo.
- Tu no perché sei riservata però tra noi, voglio dire con le altre amiche, queste cose ce le diciamo
- A me non piace.
- Perché non sei morbosa, a me si, mi piace tanto.
- Non ti azzardare a dire queste cose mie, alle altre eh!
- Non ti preoccupare so quanto è delicata la tua posizione ed io ti sono veramente amica.
- Grazie.
- Però ti sento strana, Vengo su a farti compagnia.
- Ma no! Non è necessario io ho …
Aveva già riattaccato.
Busso piano alla porta.
- Entra sono sola
- Lo so Takeo mi ha detto che ritornerà con una giornalista.
- Una mignotta vorrai dire.
- Mitsu che hai? Sei gelosa.
- Dovevi vederla con quella voce da papera. “vuole conoscermi fino in fondo”
Yuko scoppiò a ridere
- Sei gelosa o mamasan sei gelosa peggio di una moglie.
- Smettila! Smettila non c’è niente da ridere.
- Comunque ecco ti ho portato la crema emolliente
- Grazie ne ho proprio bisogno.
- Ti ha sculacciato di nuovo? Per questo non hai dormito bene?
- Si ma ho dormito benissimo, mi ha sculacciato stamattina.
- Allora era una scusa eh! Eri solo in preda alla gelosia.
- Si sono gelosa allora? Cosa posso farci.
- Stenditi sul letto che ti metto la crema.
- Ma no mi vergogno.
- Non fare la scema … stenditi disse trascinandola per un braccio.
- Aspetta fammi togliere la gonna
Si tolse in un colpo solo mutande e gonna e si stese bocconi sul letto.
- Mmh! Però non ci è mica andato piano. Hai le chiappe cosparse di medaglioni viola.
- Lo avevo fatto arrabbiare.
- Ma sei scema ? Vai anche a provocarlo? Lo sai che ci va in cerca.
- Mica ho fatto a posta.
Aprì il tubetto della crema e ne versò un po’ sulle natiche.
- Mitsu io credo … che tu mica hai il diritto di essere gelosa.
- Lo so è questo che mi fa rabbia … lo so.
- Devi prendere la cosa con più distacco altrimenti soffrirai molto e non intendo solo le sculacciate e il culo.
- Lo so lo sooo! Ma cosa posso farci ?
- Ti ha … si insomma avete … avete fatto l’ amore?
- No sono ancora vergine.
- A maggior ragione allora cerca di non farti coinvolgere. Mitsu NON DEVI INNAMORARTI DI LUI!
- Credo … credo sia troppo tardi.
Gli raccontò la storia della verginità.
- Però che gentiluomo che è quasi, quasi mi innamoro anche io.
- E io ti cavo gli occhi … ahiaaa!!! Fai piano lì … fai piano.
- Tu che intenzione hai ?
- In che senso?
- Mitzu non fare la scema come in che senso … gliela dai o no ?
- Yuko sei volgare non mi piace quando parli così.
- Ma come volgare come vuoi che te lo dica ? Non capisci mai?
Ci fu un lungo silenzio. La crema impiegava tempo ad essere assorbita e Yuko massaggiava diligentemente.
- Io … io non lo so a volte ho un desiderio irrefrenabile di abbracciarlo e di baciarlo ma non posso, comanda lui e non posso fare come voglio. Mi tiene a distanza.
- Beh! proprio a distanza non direi visto che praticamente vivi con lui giorno e notte.
- Però adesso sta scopando con quella mignotta.
- Io penso che sia un bene il fatto che il vostro rapporto sia così solo a livello di sculacciate. Quando questa storia sarà finita i segni si rimargineranno tu sarai ancora vergine e potrai trovarti un bel ragazzo che ti vuole bene. Anzi dovrebbe farti ancora più male così tu lo odierai e quando vi lascerete per te sarà solo un sollievo.
- Ma io non riuscirò mai ad odiarlo anche se dovesse togliermi tutta la pelle a frustate.
- Eh già è proprio questo il guaio. A questo punto io non so cosa consigliarti perché è evidente che tu sei già stracotta.
- Si mi manca tanto, io non lo so cosa farò il giorno che se ne andrà.
- Smettila di piangere su, adesso non ci pensare tra poco sarà qui e ci resterà per parecchio tempo. Vivi alla giornata. “Carpe diem “ come dicevano a Firenze ti ricordi ?
- Si certo. Devo avere un italiano nel mio destino. Ti ricordi che anche lì mi ero innamorata di un ragazzo?
- Certo e hai visto che poi quando te ne sei andata, è passato tutto.
- Si ma Giacomo mica mi aveva mai visto nuda mica mi aveva mai toccato.
- Si certo è molto differente. Ero venuta qui anche per dirti una cosa però, visto come ti ha conciato le chiappe, non sono più sicura che sia una buona idea.
- Per favore non ti ci mettere anche tu … è già tanto difficile così. Dimmela e non farti pregare.
- Navigando per i siti di Spanking …
- Ma ti sei messa a guardare i siti porno?
- Erotici prego, erotici … beh! che c’è di male li trovo estremamente intriganti. Dicevo che ho visto una ragazza che veniva sculacciata con un battipanni proprio uguale a quello che noi abbiamo giù in lavanderia. Ti interessa la cosa ?
- Oddio per me ?
- E per chi altro per me ?
- No per te no … se provi ad avvicinarti a lui ti azzanno alla gola.
- Tranquilla non te lo tocco !
- E … fa male ?
- Io che ne so mica l’ho mai provato. Erano delle foto, facevano finta, la ragazza non aveva neanche un segnetto sulle chiappe. Avrebbero dovuto metterci il tuo. Questo si che è veritiero. Stai ferma te ne metto un altro po’ qui sull’attaccatura.
- Tu che dici dovrei dirglielo?
- Dirli cosa?
- Ma del battipanni no di cosa stiamo parlando!
- E’ che io pensavo di darlo a te non di farlo prendere a lui.
- Ma si è uguale che differenza vuoi che faccia.
- Devi decidere tu perché secondo me fa molto male e a te i segni quello, te li lascerà sul serio.
- Come diceva sul notes? È li sul tavolo me lo prendi per favore.
- Ecco … te lo leggo io …
- Non sporcarlo con la crema
- Ecco dunque “Trovare all’interno dell’appartamento tutti gli strumenti possibili adatti ad applicare una vigorosa sculacciatura “. Puff sei salva, mica è all’ interno dell’ appartamento. Secondo quanto è scritto qui non hai nessun dovere di dirglielo.
- Ma io adesso sento il dovere morale di dirglielo.
- Oh madonna mia, secondo me un tubetto di crema non ti durerà molto.
Rimase pensierosa per qualche minuto, assaporava il sollievo che il massaggio di Yuko le provocava. Chiuse gli occhi. Dondolava dolcemente sotto la spinta di quei massaggi.
Riaprì gli occhi di scatto.
- Io non gli dico niente! io adesso non glielo dico … è andato a letto con quella … quella … zoccola e io non glielo dico.
- Giusto! fai conto che io non ti ho detto niente. Tu mica lo sai che noi in lavanderia abbiamo il battipanni.
- Ma si! certo che lo so …
- Scema … ma lui non lo sa che tu lo sai …
- Yuko mi fai sentire in colpa, che me lo hai detto a fare?
- Ecco fatto finito … rivestiti. disse dandole una piccola sculacciata.
- Aahh!!! Ma sei scema !
- Scusa! scusami non ci ho pensato, mi è venuto spontaneo.
Si rivesti di tutto punto e si mise anche le calze.
- Vattene ora che ho da fare, devo scrivere delle cose.
- Okkey ciao
Aprì la porta e fece per uscire.
- Yuko … Grazie.
- E di che? Ciao.