L'incontro
Finalmente le prove erano cominciate. Finalmente cominciava a girare in pista.
La macchina era veloce ma, come suol dirsi aveva molti margini di miglioramento, il lavoro sarebbe stato lungo.
Molto lungo.
I tempi non erano eccezionali però per essere una macchina ai primi collaudi prometteva molto bene.
Per oggi basta.
Avevano fatto un buon lavoro, avevano migliorato di quasi un secondo.
Fece la doccia nel motodrome e lo riaccompagnarono in albergo.
Aveva appena infilato la chiave nella serratura che subito la porta si aprì dall’interno.
Una giovane donna in divisa blu scuro lo accolse con un profondo inchino.
Sorpreso dall’evento riuscì solo a balbettare un saluto formale.
Ci fu qualche momento di silenzio si era ripreso dalla sorpresa ma adesso non sapeva cosa dire.
Fece un inchino ed un gesto con un braccio ad indicare un tavolino apparecchiato per una persona. Era il tavolo vicino alla finestra, alto all’occidentale con una candela accesa nel mezzo.
Fece un cenno di si con il capo, non disse niente, si sedette ed aprì il menu.
Aveva imparato due o tre cose che gli piacevano e le ordinò a Mitsuki.
Era un problema che doveva risolvere al più presto, ne aveva parlato anche con il manager, aveva bisogno di mangiare all’italiana il pesce crudo era buono ma insomma aveva bisogno di qualcos’altro.
Mitsuki era perfetta una autentica professionista e lo servì in maniera impeccabile. Non poteva fare a meno, ogni volta che si chinava sul carrello, di guardargli il culo. Da quello che si intuiva doveva averlo perfetto.
Finito di mangiare decise di uscire per sgranchirsi un po’ le gambe. Anche quella sera fece la sua solita passeggiata per la città vagando senza meta tra le vie del centro.
Non era particolarmente stanco ma, da buon professionista quale era, verso le undici decise di tornare in albergo.
Il riposo per un pilota era fondamentale … non si può guidare a trecento km senza essere riposati.
Si avvicinò al bancone ma, il portiere di notte gli disse in inglese, che la chiave era sopra.
Un po’ stupito, prese l’ascensore … forse la cameriera si era dimenticata di portarla giù.
Un attimo prima di afferrare la maniglia la porta si aprì dall’interno e con un profondo inchino Mitsuki lo accolse.
Stavolta rimase davvero sorpreso. Anzi di più diciamo che rimase turbato.
Disse come fosse la cosa più ovvia del mondo.
Si sedette su una poltrona. Rimase qualche attimo pensieroso. Era molto imbarazzato.
La ragazza non rispose si inginocchiò e tocco con la fronte il pavimento con il gesto tipico di una profonda sottomissione.
La ragazza si alzò ma rimase in un profondo inchino forse anche a nascondere il suo forte imbarazzo.
Disse risoluta inginocchiandosi di nuovo alla maniera giapponese.
Mentre stava per uscire ed aveva già aperto la porta