Vinicio
La settimana scorsa, l’amico Paul mi telefona e mi dice:
- Senti, Vinicio, tu conosci Donatella, vero? Ricordi? Quella ragazza che ti presentai lo scorso anno…, bene, anzi, male, è diventata insopportabile…, non si può dirle una sola parola, farle una minima osservazione senza che ti risponda maleducatamente…, doveva prepararmi dei dattiloscritti per la rivista e… niente, non ha praticamente fatto nulla! Inoltre, ho avuto la malaugurata idea di affidarle uno dei miei preziosi volumi per effettuare delle riproduzioni da pubblicare – sai, quelli francesi, molto rari – ebbene, dovresti vedere in che condizione pietosa lo ha conciato…, quando me lo ha reso, stentavo a riconoscerlo, quasi mi veniva una sincope! Ti dico tutto questo perché ho deciso che l’andazzo deve cambiare: con le buone, o con le cattive! Ho intenzione di infliggerle una severa punizione e tu mi darai una mano. Verrai la prossima domenica nella mia casa di campagna? Donatella ha già confermato. Allora?
Dopo questo concitato fiume di parole e afferrando al volo dove Stoves voleva andar a parare, la mia risposta è stata affermativa. Senza indugio alcuno. Del resto, potevo forse negare un favore a Paul?
Giunge finalmente sabato otto aprile e confesso d’essere molto eccitato.
Ci troviamo tutti nella casa di Paul, arredata con classe e gusto. Solo nel guardare le stampe antiche appese alle pareti, si potrebbe avere un orgasmo. Culetti staffilati, sculacciati, segnati…, maschietti e femminucce che mostrano sederini imporporati da sonore correzioni manuali e non, stampe colorate, altre monocromatiche, tutte di grandissimo effetto. In una delle librerie, una parata di libri antichi dedicati all’argomento. Negli scaffali più bassi, i romanzi francesi ed inglesi di fine ottocento illustrati dai più grandi maestri.
Nello studio di Paul, prendiamo un aperitivo analcolico e chiacchieriamo amabilmente. Donatella, vestita con uno splendido abito verde d’alta moda e rinomata firma, si atteggia dandosi grandi arie: antipatica come sempre. Non capisco come Paul la possa sopportare anche se, sembra, sia valida collaboratrice
[quando vuole (N.d.R.)].
Certo, è una bella ragazza mora, alta, giovane, mi pare abbia detto di avere ventitré anni.
Paul interrompe la conversazione e ci dice:
- Vi starete chiedendo per quali motivi vi abbia convocati da me, oggi. Vero? Bene, devo spiegarvi che il motivo principale è che Donatella è divenuta insopportabile ed io non intendo tollerarla oltre.
Nell’udire quelle frasi, Donatella arrossì in viso ed abbozzò un:
- Ma Paul…
- Non permetterti più di interrompermi! Avrai da sbraitare in seguito, quando sarai punita. Ti avevo promesso una festa, e festa avrai… ma alle tue chiappe!
Giuro che, solo nel sentire Paul affermare quanto soprascritto, ho avuto una possente erezione.
Donatella cerca di tergiversare, abbozza dei “no” e dei “se”, ma non c’è nulla da fare per convincere Paul a cambiare idea. Del resto siamo venuti qui per questo, no?
Chiedendo perdono per il suo sconveniente comportamento, la ragazza si lascia andare sprofondando in una soffice poltrona arabescata dello studio.
- Troppo tardi per scusarsi. Sentenzia Paul.
Poi, rivolgendosi a me, dice:
- Vinicio, tu siediti su questa sedia.
- Cosa? Chiedo pur avendo sentito benissimo.
Lentamente, mi accomodo chiedendomi cosa sarebbe successo ben presto.
Paul ordina a Donatella di posizionarsi in fianco a me e sollevarsi lentamente la gonna plissettata.
- Per piacere…, ti… prego. Implora la giovane.
- Alza quella gonna immediatamente, muoviti, e smettila di piagnucolare come un’ochetta!
Donatella è in lacrime. Rossa in viso come un peperone maturo si solleva titubando la gonna, singhiozzando disperatamente.
La voce di Paul la incalza.
- Stenditi sulle ginocchia di Vinicio! Forza, senza fare troppe storie!
- No..., questo no, ti prego, ti scongiuro, ti supplico… mi vergogno troppo.
Paul mi schiaccia l’occhio. Afferro Donatella per un polso e la strattono rovesciandola a pancia sotto, sulle mie ginocchia. Si agita come un’ossessa.
L’ordine di Paul arriva deciso e perentorio.
- Sculacciala!
Ho il cazzo in furibonda erezione, ho quasi paura di spaccare le mutande. Picchio forte sul bel culetto velato da un bel paio di mutandine. Donatella sbraita e grida come una forsennata. Dopo qualche minuto, Paul m’invita a smettere. Mi fermo, deluso. Donatella si alza frizionandosi il culetto.
- Chi ti ha detto di alzarti? L’interroga Paul.
- Basta…, l’ho tutto caldo e mi brucia…
- Rimettiti immediatamente in posizione e non rompere!
Siccome esita, ripeto l’operazione iniziale e la trascino nuovamente sulle mie ginocchia.
- Vinicio, abbassale le mutandine, voglio vedere questo culetto impertinente tutto nudo. Ti faccio passare la voglia d’essere baldanzosa e maleducata. Falle il culo rosso fuoco!
- No…, vi prego…, non sul sedere nudo…, è così umiliante…, mi vergogno da morire, abbiate pietà, lasciatemi andare, ho imparato la lezione!
Con esasperante e studiata lentezza arrotolo centimetro dopo centimetro il sottile tessuto delle mutandine e denudo progressivamente quel mirabile culo scoprendolo nella sua totalità. Gli eleganti slip sgambati scendono sino alle caviglie sottili ed affusolate. Le accarezzo la pelle morbida e vellutata del culo con la mano destra che scorre sulle belle natiche arrotondate. L’epidermide, increspata ed a “pelle d’oca”, freme sotto il mio audace tocco carezzevole. Non riesco a trattenermi e le dico:
- Sei proprio carina, con le tue chiappe tutte nude e rosse per aria offerte alla nostra vista…, non ti vergogni? Alla tua età, sulle ginocchia di un uomo, col culetto nudo, sculacciata mentre un altro maschio ti guarda? No…, è inutile che piangi…, dovevi pensarci prima e comportarti in maniera più educata e consona. Questa è solo la logica conseguenza del tuo imperdonabile e maleducato comportamento!
Paul mi da un’altra occhiata che interpreto come il “la” d’orchestra.
La sculacciata riprende lenta e cadenzata ma ferma e decisa.
Donatella ha davvero un bel culo, rotondo d appetitoso. Vulnerabile. Ora si agita in tutti i modi. Piange e grida, ma io continuo a sculacciare le sue natiche indifese che si serrano e si dilatano offrendomi con la loro espansione, paesaggi davvero indescrivibili.
In preda a quella che il maestro egregiamente definisce come la “danza del culo” Donatella, contorcendosi, allarga le chiappe in modo osceno ed apre il profondo solco mediano, brunastro e deciso, rivelando il pulsante orifizio posteriore che con estrema fatica aveva sino ad ora tentato di celare ai nostri lubrici e lussuriosi sguardi.
In pochi minuti il culetto ha assunto una bellissima colorazione: esso è passato dalla tonalità del colore rosa pallido a quella del rosso più scarlatto ed intenso.
La ragazza strilla.
Paul, mi lancia un’altra occhiata d’intesa.
Lascio che Donatella si rimetta in piedi.
Com’è buffa mentre si stropiccia le natiche saltellando per lo studio incespicando nelle sue stesse mutandine!
Paul, ordina alla ragazza di sfilare davanti a noi ed in seguito di avvicinarsi affinché egli possa ispezionarle le natiche sculacciate, rosse, calde e brucianti.
Così avviene.
Le mani dell’amico esplorano il culetto devastato dalla severa punizione testé inferta.
Egli appare appagato e soddisfatto del trattamento che ho riservato a quel bel culo muliebre. Tengo molto al giudizio del maestro!
Il culo è aperto, dilatato, oscenamente spalancato per aumentare ancora maggiormente l’umiliazione di Donatella; l’inverecondo sederino è accuratamente esaminato in ogni suo centimetro con particolare riguardo alle zone più profonde, quelle più celate e nascoste.
- Molto bene. Per questa volta penso possa bastare, ma ricordati, d’ora in avanti, quando non ti comporterai bene con me o, tanto peggio, con qualcuno del mio staff, sai a cosa andrai incontro. Capito?
Singhiozzante, con il viso rosso di vergogna e le gote rigate da copiose lacrime, Donatella annuisce con un sommesso gesto del capo.
A questo punto…, e no, cari amici, a questo punto, basta.
Non siate troppo curiosi: che volete, in fondo io e Paul siamo due gentlemen!
Con affetto,
Vinicio