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Francesca

 

Ciao, mi chiamo Francesca ed ho compiuto i ventisette anni; sono mora con gli occhi verdi.

 

Da quasi sei anni sono sposata con Christian, un ragioniere di trent’anni compiuti. Causa la sua professione, mio marito si deve recare molto spesso all’estero dove si trattiene per periodi relativamente lunghi; io, del resto, non posso accompagnarlo, in quanto anch’io lavoro.

 

Sono una ragazza molto sensuale e questa mia caratteristica mi ha portato ad avere delle… avventure ma, ad essere sincera, di scarsa importanza.

 

Sono molto amica con una coppia: Luciana e Paolo. Con loro esco spesso, soprattutto durante i periodi d’assenza di mio marito.

 

Vorrei raccontarvi un’esperienza fatta il mese scorso e che ha lasciato un certo segno nella mia vita.

 

Eravamo a casa di Luciana, un bell’appartamento del centro di Pavia, e la mia amica stava provando alcuni capi di biancheria intima che aveva comperato durante i saldi di fine stagione.

 

Mentre indossava un fantastico paio di mutandine, notai sulle natiche parzialmente esposte, alcuni segni violacei. Incuriosita, ho chiesto delucidazioni e Luciana mi ha risposto, ridendo, che erano conseguenze di una recentissima sculacciata impartitale dal marito.

 

- Sculacciata? Chiesi inebetita. Tuo marito ancora ti sculaccia, alla tua età?

 

- Certo, e mi piace molto, soprattutto quando mi leva completamente le mutande e mi sculaccia a culo nudo!

 

Sono rimasta sbigottita ma la conversazione sull’argomento si è limitata a queste due frasi e si è interrotta lasciandomi confusa e perplessa, nonché notevolmente incuriosita.

 

Trascorso qualche giorno, mi sono trovata a quattr’occhi con Paolo, a casa mia.

 

Paolo è un tipo simpatico, né alto né basso, castano chiaro, con gli occhiali ed un accenno di baffi. Sino a quel giorno non avevo mai notato le sue mani grandi e robuste. Immaginavo Luciana stesa di traverso sulle ginocchia del marito, con la gonna sollevata e le mutandine abbassate a mezza coscia; il culo per aria, completamente nudo, che andava progressivamente arrossandosi, sculacciato da quelle mani.

 

Ero talmente turbata e distratta da quella piacevole visione che, inavvertitamente e maldestramente gli rovesciai sui pantaloni parte del liquore contenuto nel bicchiere che gli stavo porgendo.

 

Ridendo, Paolo mi disse:

 

- Se tu fossi mia moglie, ora riceveresti una bella sculacciata!

 

Io sono diventata tutta rossa in viso e non so come, ho trovato la forza di balbettare:

 

- Oh, Paolo, alla mia età, subire quel genere di punizione, come una ragazzina…

 

Lui non rispose, ma mi attirò verso di sé e mi fece sistemare a pancia sotto, stesa sulle sue ginocchia.

 

- No, Paolo, ti prego! Non voglio essere sculacciata!

 

Invece morivo dalla voglia di provare quella vergognosa punizione corporale.

 

Mi sono dibattuta senza convinzione anche se lui mi teneva ben stretta in vita con un braccio mentre, con l’altra mano, cominciava a battermi sulle natiche.

 

Un delizioso turbamento che partiva dal mio bassoventre mi ha invasa completamente.

 

Desideravo solo che lui mi togliesse gli slippini e mi sculacciasse sul culetto tutto nudo.

 

Paolo, manco fosse un soggetto telepatico, mi ha sollevato la gonna ed ha cominciato a suonarmele sul candido fondo delle mutandine.

 

Vedendo che non reagivo per nulla, dopo una ventina di sonore sculacciate, si decise e, finalmente, mi tirò giù le mutandine arrestandone la corsa alle ginocchia.

 

Durante quest’umiliante e vergognosa operazione, fatta con calma e studiata lentezza, mi diceva:

 

- Dai, dillo che ti piace, hai la fica tutta bagnata, Dillo che ti piace essere sculacciata come un’insolente mocciosetta!

 

- Sì…, sì…, mi piace…, sculacciami forte…, sono stata molto cattiva, dammele sul culo nudo.

 

Queste parole erano uscite spontaneamente dalla mia bocca senza che mai avessi immaginato e pensato di poterle pronunciare!

 

Nello specchio della sala dove ci trovavamo, potevo vedere la mia immagine riflessa.

 

Le mi chiappe erano di un colere rosso acceso, intenso.

 

Ero effettivamente bagnata fradicia ed i miei umori scendevano in vergognosi rigagnoli lungo le cosce.

 

Avvertivo il grosso e duro cazzo di Paolo premere forte contro il mio ventre

 

Un’ultima serie di secche e sonore sculacciate amministrate in rapida successione, poi, il marito della mia miglior amica mi ha sollevata di peso e mi ha portato sul tavolo poco distante da noi.

 

Mi ha fatto piegare in avanti.

 

Con le sue robuste e possenti mani mi ha allargato le natiche mi ha puntato il cazzo all’entrata del culo.

 

Io, ero come impazzita.

 

Non sapevo più quello che facevo e, soprattutto, che dicevo.

 

- Dai, inculami! Sodomizzami! Lo voglio nel culo! Sfondami l’ano! Inculami….

 

Mi ha penetrata sino ai testicoli e con grandi colpi di cazzo mi ha “rotto” il culetto. Ho raggiunto l’apice del piacere ed una raffica d’orgasmi folgoranti: vaginale, clitorideo, anale… e chi più ne ha, più ne metta.

 

Non avevo mai goduto tanto, prima di allora.

 

Quando Luciana ha suonato alla mia porta, io Paolo eravamo seduti in salotto dove discorrevamo innocentemente dei più futili argomenti. La mia più grande fatica durante tutto il corso della serata fu quella di mascherare il tremendo bruciore al culo: dovevo continuamente cambiare di posizione mentre rimanevo seduta sulla poltrona…

 

Luciana, che non è stupida, mi ha chiesto più volte che cosa avessi e come mai fossi così irrequieta. Io mi sono giustificata adducendo che il tessuto del vestito che indossavo, probabilmente, mi aveva irritato la pelle.

 

Non penso che l’abbia “bevuta”.

 

Da quel giorno, però, io non faccio altro che pensare al momento in cui Paolo mi sculaccerà nuovamente.

 

Magari lo farà in presenza di Luciana, oppure ci sculaccerà entrambe. Potrebbe, forse, obbligare Luciana a sculacciarmi.

 

Ma, vedremo, inutile fantasticare; certo è che al solo pensiero mi sto già bagnando tutta….

 

 

Cordialità, Francesca.