L’iniziazione di Eileen
(vista dalla stessa)
L’iniziazione alla sculacciata è stata, per me, un’esperienza affine a quella del primo bacio: una tappa fondamentale nel periodo che conduce dall’adolescenza all’età adulta.
Avevo da pochissimo compiuto i ventuno anni ed avevo già conosciuto i piaceri… della carne, del fumo ed ogni altra forma di sregolatezza ma le mie natiche non erano state mai punite. Infatti, ho sempre rifiutato di esibire ed offrire le mie terga a mani curiose ed intrusive… forse, volevo serbarle intatte poiché sapevo che c’era un unico modo che poteva portarmi al piacere tramite una punizione corporale: la sculacciata. Durante l’infanzia non sono mai stata punita e, forse, era giunto il momento che qualcuno si decidesse a redarguire aspramente la mia condotta irriverente e piena di eccessi.
Quindi, a punirmi non fu mio padre naturale ma il mio più grande amico, una persona che ritengo affettivamente il mio tutore per il legame che si è instaurato fra noi durante questi ultimi mesi.
Non avrei mai pensato, sino ad allora, che le sue stimolazioni o meglio, punizioni fisiche, avrebbero potuto portarmi ad un così intenso piacere.
La mia iniziazione alla sculacciata avvenne per mano - o meglio sotto le mani - di Paul Stoves.
Avevo avuto la fortuna di conoscerlo e di entrare in confidenza con lui tempo addietro e, finalmente, quella sera, ritenne doveroso sculacciarmi per via del mio comportamento irritante ed infantile. Non sapevo cosa avrei provato, se dolore o piacere, ma sapevo dentro di me che le ragazzine impertinenti vanno umiliate e punite corporalmente.
Paul, era dunque seduto sul mio letto ed io, indossando solo leggeri shorts di cotone blu a costine, posavo il mio ventre sulle sue solide e muscolose gambe da corridore. Il maestro, ha iniziato prima con qualche colpo leggero e cadenzato per poi passare ad una serie più bruciante ed efficace di secche sculacciate. Più mi lamentavo, più le sue mani nervose ed esperte infliggevano severe e cocenti sculacciate alle mie terga protese ed indifese.
Infastidito dal mio irritante comportamento e nonostante le mie reiterate proteste, Paul mi ha abbassato i pantaloncini facendoli scendere fino alle ginocchia ed ha continuato a somministrare colpi decisi e brucianti sulla pelle morbida ed elastica delle cosce e delle mie natiche ancora protette e velate da un paio di mutande maschili a vita bassa.
Mi piace indossare le mutande maschili… di un bel cotone morbido, così fascianti ed aderenti… mi eccita da morire.
La scelta della mia biancheria intima, però, è stata ritenuta alquanto inadatta e per nulla consona ad una ragazza della mia età. Così, Paul, dopo qualche concentrato ma efficace rimprovero verbale le ha lestamente calate assieme ai pantaloncini lasciandomele, comunque, intorno alle caviglie.
Ero totalmente distesa ma le mie natiche, per la posizione fattami assumere, si ergevano a monte sulle sue ginocchia. Le sculacciate variavano per intensità, numero e zona colpita. Percepivo le grandi labbra del mio sesso ingrossate, eccitate e tumescenti; avvertivo un leggero ma piacevole bruciore e già immaginavo le mie natiche di colore rosso fuoco. Il piacere era direttamente proporzionale al dolore. Più la sculacciata continuava, più ritenevo l’esperienza dell’umiliazione impartitami da un severo maestro, quale Paul, non solo educativa per la mia crescita ma, soprattutto, indispensabile a redarguire il mio temperamento irriverente nonché il mio comportamento troppo spesso indisponente.
Devo essermi comportata veramente male se il mio maestro ha ritenuto di dovermi sculacciare così a lungo, però non mi sentivo stanca né volevo che le sue mani smettessero di schiaffeggiare il mio rotondo e caldo culetto.
La mia iniziazione è stata un’esperienza talmente intensa che, ancora oggi, la ricordo in ogni singolo particolare e dettaglio; percepisco un leggero ed indefinibile desiderio di essere ancora umiliata e sculacciata: è come se fossero le mie natiche a richiederlo e bramarlo.
Comunque, sono certa che al più presto e con veemenza verrò nuovamente punita a causa della mia attuale condotta di vita, purtroppo, sregolata.
Vorrei sottolineare un’ultima cosa: è vero, merito di essere sculacciata, ma non lascerò che le mie natiche vengano anche solo accarezzate da mani altrui.
A punirmi può essere solo colui che mi conosce bene e di cui io mi fidi completamente.
Ora, penso di averlo trovato: si chiama Paul.
Verona, luglio - agosto 2001