L’ Intesa…
Nessuna si ricordava un evento simile e probabilmente non era mai successo che due contendenti si ritrovassero contemporaneamente in mutande.
La stanza fu invasa da un mormorio concitato tutti guardavano verso l’ arena.
L’ eccitazione era quasi tangibile, qualcuna faceva il tifo gridando.
Nonostante una delle due avesse perso quasi subito anche le mutande,
non si arrendeva e difendeva strenuamente l’ uovo.
Stesa a terra agitava il corpo nudo, quasi a voler violentare l’ aria, contraeva le natiche in una caparbia ed estenuante difesa e a calci e pugni , scacciava le mani che tentavano di ghermirla.
Il gong risuonò quando una mano alzò in alto l’ uovo ma… dell’ altra.
Una biondina paffutella e molto graziosa.
Stesa bocconi sul grande tappeto, piangeva a calde lacrime, le vennero strappati gli ultimi brandelli di stoffa.
Recalcitrante, venne sollevata di peso dalle ancelle e legata su un divanetto opposto per simmetria a quello della scozzese.
Erano rimaste in 5 quattro vestite ed una completamente nuda ma con ancora l’ uovo da difendere tra le chiappe.
La sentenza era ormai scontata ma la ragazza, una morettina dagli occhi da pantera, era fermamente intenzionata a vendere cara la pelle.
Lo spettacolo era piaciuto a sua signoria perché , aiutato anche dalle abili carezze di una ancella , mostrava una inequivocabile erezione.
Nudo dalla cintola in giù si avvicinò a Jennifer e appoggiò il suo ventre freddo contro le natiche roventi della ragazza. Non aveva neanche tentato di penetrarla si era solo appoggiato al calduccio beandosi di quel calore aumentato artificialmente a suon di sculacciate.
Si strofinava delicatamente per rendere più prepotente la propria erezione.
- Milord… vi scongiuro… vi imploro… mettetemi più olio… vi pregooo.
- Non mi siete piaciuta affatto, perché dovrei ungervi bene ? Siete uscita quasi subito.
Stringeva e accostava le natiche di Jennifer attorno al suo glande.
- Vi prego Milord non rovinatemi questi momenti…
- Se proprio volete posso vendervi un po’ di olio… sorrise sadicamente, un colpo di canna per ogni goccia … che ne dite ?
Il sorriso si era trasformato in un ghigno beffardo allargava con le mani le natiche e cominciava a premere
- Va bene… Milord accetto… poi potete punirmi come credete ma vi prego ungetemi bene… vi scongiuro…
Rimase sorpreso non si aspettava una reazione simile.
- Ma se non avete quasi combattuto… perché dovrei compiacervi?
Continuava a strofinarsi all’ interno del solco con grande voluttà.
- Milord io l’ho fatto a posta…
Rimase interdetto, smise di strofinarsi e si abbassò fino ad incontrare il suo sguardo.
Data la posizione lei lo guardava capovolto, aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.
- Cosa vuol dire che avete fatto a posta ? disse guardandola negli occhi
- Ma non sapevate che la prima che esce prende la punizione più dolorosa ?
- Si Milord lo sapevo è che… che…
L’ uomo si rialzò in piedi batte più volte le mani per attirare l’ attenzione.
In realtà non è che ce ne fosse bisogno perché tutte stavano guardando verso di lui e stavano solo aspettando il suo segnale per riprendere la lotta.
- Basta fuori tutte! andate via la gara è sospesa via… fuori… svelte…
Ci fu un attimo di sorpresa poi con un brusio prolungato cominciarono ad uscire tutte.
Una delle prime fu la ragazza completamente nuda, si tolse l’uovo da sola e con pochi balzi sparì dietro la porta.
Rimasero solo le due ragazze legate ai divanetti, che nessuna aveva pensato di sciogliere.
Il brusio cessò con la chiusura della pesante porta.
Ci fu qualche attimo di silenzio poi un pigolio salì dall’ arena.
- Milord… noi qui non… non possiamo… disse la biondina scozzese con le natiche gonfie molto preoccupata di non poter scappare insieme alle altre.
- Silenzio voi due… rimanete li e non fiatate disse con voce che non ammetteva repliche.
Aprì il cassetto alla base del cavalletto e tirò fuori una canna di bambù piuttosto spessa.
In quella panoplia di strumenti di correzione, era sicuramente quella più dolorosa di tutte.
Jennifer aveva seguito ogni suo movimento con trepidazione , ora era in preda all’ angoscia e lui se ne era accorto.
- Bene ora ragazza mia, mi aspetto che tu risponda in maniera molto convincente a quello che ora ti chiederò, perché mi è presa una grande voglia di farti starnazzare come un oca. Se hai pensato di dire bugie… ebbene, oggi, hai proprio sbagliato la giornata.
Non rispose, non disse niente, lo vide portarsi alla sua sinistra e prendere le distanze appoggiando la canna sulle sue natiche. Chiuse gli occhi in attesa del supplizio e si maledisse per essersi cacciata in quella situazione.
Arrivarono solo due colpetti di aggiustamento… il calore ricominciò a scaturire dal basso ventre.
- Cosa vuol dire che hai fatto a posta ? Disse accompagnando la domanda da un colpo di canna appena più forte dei precedenti.
- Volevo essere la prima milord. Disse tutto d’un fiato
- Attento ragazza, oggi non sono in vena di perdonare bugie.
E per ribadire il concetto sferrò un colpo forte da farla rimanere per qualche secondo senza fiato
- vorrei ricordarti che ho adoperato meno della metà della forza ragazza mia…
- faresti bene a trovare qualcosa di più convincente.
Emise un grido rauco inspirò profondamente e cacciò un altro grido acutissimo.
L’ uomo aspettò paziente che esaurisse i singulti.
- Milord vi prego aspettate… fatemi… spiegare… aspettate… aspettate.
- Sono tutto orecchi… non ho fretta… abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Disse tamburellando con la punta della canna le natiche pulsanti.
- Ecco io… Milord… io… volevo giacere con voi…
- Mi state prendendo in giro ragazza mia… vorreste farmi credere che avete scelto di prendere la punizione più grande pur di farvi cavalcare da me ?
- E’ così? State dicendo proprio questo ? Volevate farvi inculare da me ?
Non rispose, rimase interdetta , di fronte ad una domanda così brutale rimase senza parole. Non si era mai posta la domanda in questi termini.
Il colpo che le arrivò sulle natiche in quel momento fu terribile… era da moltissimo tempo che non riceveva un dolore così totale. Gridò con quanto fiato aveva in gola… sembrava che la volessero tagliare in due. Si agitava per quanto consentito dai legacci… scuoteva la testa… prendeva fiato… e soffiava… gridava e gridava.
L’uomo aspettò paziente, si rendeva conto che ci voleva del tempo per smaltire un colpo come quello.
Poi improvvisamente intuì che forse non era il metodo migliore per farsi dire quello che voleva sapere.
No, decisamente no, se gridava in preda al panico… aveva ben poco da dire.
Si sedette sul tappeto, incrociò le gambe alla maniera degli indiani d’ America.
Prese il viso di Jennifer tra le mani e con il pollice asciugò una lacrima.
La costrinse a guardarlo negli occhi,
- Milord io… io… non è una bugia. Disse tra i singhiozzi.
- se mi ungete bene io vi accoglierò con tutta me stessa.
L’ uomo era sconcertato, certo poteva essere una bugiarda ma, qualcosa gli diceva che era sincera.
Senza alzarsi cominciò a sciogliere le cinghie dei polsi.
- Si milord scioglietemi e non ve ne pentirete
Allungandosi un po’ senza alzarsi riuscì a sciogliere tutte le altre cinghie.
Era rimasto seduto senza nessuno scopo particolare… non aveva pensato a niente di particolare.
Jennifer invece interpretò quel suo atteggiamento come fosse un invito.
Scese dal cavalletto e senza aspettare ordini si mise a cavalcioni dell’ uomo impalandosi sulla verga turgida.
Rimase sorpreso… piacevolmente sorpreso da tanta foga, cedette alle spinte della donna e si distese supino.
Jennifer non aveva il coraggio di guardarlo aveva affondato la faccia sul suo petto e ansimava.
Si muoveva con ritmo travolgente, lei era la serva, lei era la schiava, ma adesso comandava lei.
Sentiva il respiro attraversargli la camicia, le sue piccole mani frugarlo attorno al viso al collo. Ma gli occhi erano bassi non aveva il coraggio di guardarlo. Ansimava sempre più concitatamente. Le sensazioni di piacere che salivano dal suo cazzo erano nulla al piacere che provava nel guardarla. Se fingeva… bhe allora era degna del più grande teatro del mondo.
Dopo pochi minuti si contrasse tutta e cominciò ad emettere un grido roco di piacere.
Si morse una mano prima… per non gridare… poi alzò il viso al cielo… poi lo graffio sul collo. Infine dopo ripetute convulsioni, si abbandonò come una bambola di pezza.
Rimasero abbracciati per qualche istante immobili, poi lei riprese a muovere il bacino.
Ritmicamente piano piano riprese a muoversi… certo non aveva avuto bisogno del lubrificante ci aveva pensato la natura.
Improvvisamente si rotolò su un fianco e con prepotenza si trascinò l’ uomo sopra di lei. Adesso voleva essere cavalcata, voleva sentire il peso dell’uomo sopra di lei.
Non aveva il coraggio di guardarlo ma, ad occhi chiusi cominciò a baciarlo prima sulle guance poi sulla bocca. Milord non oppose la minima resistenza. Si lasciò baciare rispondendo con passione.
Ora però guidava lui… sotto i colpi possenti la ragazza riprese dapprima ad ansimare più forte… sempre più forte… poi gridò di nuovo al mondo il suo piacere che si stava rinnovando.
L’uomo sentendosi ormai prossimo al culmine del suo piacere, riprese la sua solita freddezza e si staccò da lei.
- Voltatevi. Le ordinò seccamente
Jennifer ormai si aspettava quell’ ordine da un istante all’ altro e obbedì istantaneamente ma ripreso un po’ di controllo implorò.
- Milord vi prego non fatemi male, vi prego ungetemi bene.
Senza dire una parola si allungò verso il cassetto del cavalletto e prese una boccetta di olio.
- come vi chiamate ragazza mia ?
- Jennifer Milord.
- Ah si Jennifer… alzate il vostro bel culetto se volete che lo unga per bene.
Non se lo fece ripetere due volte, sentiva l’ uomo che indugiava a lungo evidentemente si beava di quella vista oscena. Le mani di lui non erano ostili neanche quando le passavano sopra i solchi delle frustate. Ormai era aperta e non provò neanche fastidio quando le dita di lui si intrufolarono nello sfintere.
- Jennifer di chi è questo bel culetto ?
- Vostro Milord, è stato fatto solo per il vostro piacere Milord.
- Mmhh e nessun altro ci ha messo le mani sopra ?
- No milord solo vostra signoria…
- Nemmeno la vostra compagna di stanza ? MMhhh Non mentite lo so quello che fate tra di voi quando io non ci sono.
- No Milord, ve lo giuro… è stato solo vostro
- Lo vedo bello fresco è da molto che non venivate punita ?
- Milord è stato molto magnanimo con me è da tre mesi che non si è scomodato di punirmi.
- Evidentemente siete stata una brava ancella. Su alzatevi e rimettetevi sul cavalletto, non mi va di farlo in terra.
Obbedì senza discutere ma prima di salire allargò con tre giri di manovella le cavigliere in modo da trovarsi nella posizione da “ monta “
- Gradirei non legarvi , pensate di poter resistere senza farmi pentire di questa decisione ?
La ragazza non rispose.
- Non rispondete ? Non siete sicura di voi ? Disse poggiandole la punta dell’ uccello tra le natiche protese.
- Milord io… io credo che dopo dovreste punirmi di nuovo. Ma vi prego vi scongiuro non fatelo con la canna di prima
- E cosa ve lo fa pensare che io dopo desidererei di punirvi ancora ?
Ormai aveva puntato il glande e stava cominciando a spingere…
- Piano… milord… piano ve ne pregooo ahh è che ahh milord… ultimamente non sono stata una brava ancella ahh
- Allora se meritate una punizione è inutile che faccia piano no ? così dicendo diede un colpo secco ed entrò facendole cacciare un piccolo grido.
Determinata a mantenere la promessa, anche con se stessa, non si chiuse, non si sottrasse, ma gli andò incontro aiutandolo, nonostante il dolore a farsi penetrare.
Lui adesso si muoveva piano era diventato delicato versò ancora qualche goccia di olio.
Si muoveva lentamente, cercava di prolungare quelle sensazioni all’ infinito.
Usciva e rientrava , ormai, senza nessuna difficoltà aiutato dell’ offerta impudica di lei. Come usciva lui… lei si protraeva a cercalo pronta ad accoglierlo di nuovo. Erano perfettamente in sintonia.
Il piacere di Jennifer adesso non era più quello selvaggio e animalesco di prima, adesso era perfettamente cosciente guidava il suo corpo in funzione dei movimenti dell’ uomo e ne traeva piacere. Ad un tratto quel delicato equilibrio cessò.
In preda al raptus erotico l’ uomo la afferrò per le maniglie di venere e cominciò un andirivieni quasi furioso. Si abbandonò completamente nelle sue mani.
Accettò senza remore la sensazione di essere posseduta da lui. Accolse i suoi sussulti con partecipazione, sicuramente con gioia.
Si staccò a fatica da lei… continuò ad accarezzarla anche dopo essere uscito.
Aveva voglia di stendersi prese per un braccio la ragazza la aiutò a scendere dal cavalletto e gettandosi sul soffice tappeto se la portò addosso… per prolungare quel morbido contatto pelle contro pelle accaldati e sudati in un abbraccio che spazzava via tutte le divisioni di rango.
Rimasero in silenzio, parlava solo la loro pelle.
Il tempo sembrava fermo.
Ad un tratto lei si fece coraggio e disse.
- Milord… io credo che adesso vi arrabbierete molto ma vi prego non punitemi con la canna vi prego.
- Cosa avete fatto? Perché dovrei punirvi così severamente ?
Raccontò tutta la storia di Fanny la sua educazione monastica, la sua ingenuità e la sua conseguente fuga.
- Indubbiamente la cosa è molto seccante ma non mi sembra che vi sia una
vostra negligenza piuttosto invece la vostra assistente ha commesso una grave mancanza.
- Milord non è una mia assistente
- Bene allora… fatevela assegnare e punitela adeguatamente vi do’ pieni poteri.
- Come ordinate Milord… sarà fatto
- Dite che questa fanciulla possiede il più bel culo che sia mai comparso al castello?
- Meraviglioso Milord la perfezione assoluta.
- Vi prendo in parola e sarò paziente, aspetterò il vostro addestramento.
Ma voglio essere tenuto al corrente dei progressi. Naturalmente il vostro culo sarà ritenuto il responsabile della buona riuscita di questa operazione.
- Si milord certo milord.
- Guardate che poi però la canna non ve la salverà nessuno.
- Ohhh mio Dio… va bene Milord... farò di tutto per evitarla.
- Sapete per me siete un mistero ragazza mia. Prima vi fate buttar fuori subito
dalla gara pur sapendo di venire certamente punita per regolamento e poi vi terrorizzate per una punizione quasi analoga.
- Milord è… è difficile da spiegare, a volte le frustate non sono solo dolorose a volte fanno anche piacere, altre volte invece sono insopportabili.
Rimasero in silenzio le carezze erano diventate, in qui momenti, l’unico linguaggio.
Non vi erano più barriere tra di loro, non vi erano più distanze erano solo due amanti che si accarezzavano pelle contro pelle.
- Milord… io… io credo che forse è meglio se vado a cercarla tra poco diventerà buio.
- Avete ragione, riprenderemo questo discorso un'altra volta. Andate pure.
Jennifer si alzò e fece un profondo inchino.
- Milord, mi dispiace molto lasciarvi ma sono preoccupata per Fanny è… è come una bambina…
- E soprattutto volete risparmiare la canna al vostro culo. Disse con un sorriso. Va bene andate pure.
Sculettando tutta nuda fece un altro inchino e uscì dalla stanza
Quella visione lo aveva lasciato incantato.
Steso sulla schiena guardava il soffitto riccamente intarsiato.
Chiuse gli occhi e si accarezzò dolcemente come aveva fatto lei prima.
Stava riprendendo vigore.
Pensava a quel culetto che usciva dalla porta e ormai aveva una seconda erezione in atto.
Seguiva i suoi pensieri e soprattutto le sue sensazioni si beava di quel silenzio.
Aveva cominciato lentamente a masturbarsi.
Un piccolo rumore, un piccolo scricchiolio provenne dalla sala.
Alzò la testa e guardò verso la sala.
Sorrise… si era completamente dimenticato di loro.
Due culi belli e pronti stavano aspettando solo lui.
Si alzò con un ghigno.
Il cazzo ormai duro come un bastone… scese lentamente i gradini che dividevano il trono dall’ Arena.