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La scoperta...

 
Jennifer si asciugò la fronte con la mano.

Respirava affannosamente.

Guardava quelle natiche pulsanti con sguardo ipnotico.

nella loro perfezione, in quei fremiti spasmodici, sembravano parlare.

Forse era il caldo, si diresse verso l' armadio e ripose il lochgelly.

Rimase qualche istante a guardare l'interno ordinato del suo armadio.

No non era il caldo, lo sapeva benissimo era tutta bagnata,quella punizione l' aveva sconvolta.

Era la prima volta che guardava un altra donna con concupiscenza.

si rendeva conto di quello che doveva  provare Josephine.

Non le era mai stata simpatica, quella specie di orso che, non perdeva occasione di toccare tutte le sue sottoposte, le aveva sempre fatto un pò schifo, ma adesso riusciva a capirla. Le pulsioni che partivano prepotenti dalla sua fica la costringevano a capirla.

Si voltò veso la sua allieva...

Distesa nuda sulla panca era la perferzione, non c'erano altre parole.

Rimase ferma incapace di prendere una decisione.

per fortuna Fanny aveva altro a cui pensare.

Stava guardando il pavimento e singhiozzava, tentava di smaltire il dolore che le avvolgeva le natiche.

Poteva fare due cose slegarla  e continuare la lezione  o lasciarla legata e accarezzarla come avrebbe fatto Josephine.

Le si avvicinò piano piano da dietro senza incrociare il suo sguardo, in punta di piedi come una pantera che prepara un agguato.

Si, non c'era fretta, le avrebbe dato qualche carezza, certo non era bello, ma era in suo potere e l' avrebbe fatto.

Le si avvicinò da dietro si mise a cavalcioni della panca.

Si chinò e appoggiò le mani tremanti su quelle natiche frementi di dolore.

Non potè fare a meno di baciarle.

Erano roventi striate da decine di righe viola.

Ormai aveva deciso... le avrebbe allargate e avrebbe affondato la sua lingua la in mezzo a quel paradiso.

Bussarono alla porta.

- Miss Jennifer... siete in camera ?

- Maledizione...

Con un balzo istintivo si rimise in piedi.

Appena in tempo, un attimo dopo, la porta si spalancò.

- Miss Jennifer sua signoria  vi vuole nella stanza dell' orologio, mettetevi la divisa da lottatrice, vuole uno spettacolo tra mezz'ora.

Jennifer  respirava affannosamente, come una bambina sorpresa a rubare la marmellata,  era diventata tutta rossa.

Rimase immobile tentando di capire se Susan l' avesse vista o se aveva fatto in tempo.

- Su sbrigatevi, non avete sentito ? Penserò io alla nuova arrivata.

- Si grazie... disse con la voce roca per l'emozione

- aiutatemi ad indossare la divisa.

- Si sono quì per questo.  disse la ragazza dirigendosi verso l' armadio.

Emise un respiro liberatorio, era evidente che non aveva visto niente.

Cominciò a slacciarcsi il vestito rassicurata.

Man mano che si toglieva gli abiti Jennifer li passava alla ragazza che li riponeva nell' armadio in pochi minuti fu completamente nuda

- miss siete molto bella.  Disse Susan spontaneamente.

- smettila di adularmi e passami le culotte.

La divisa da lottatrice consisteva in due indumenti di pelle di capretto nero e un paio di culotte di stoffa rossa.

Erano culotte particolari molto aderenti al corpo, non avevano la fessura ed erano fatte di stoffa leggera facilmente lacerabile.

- In quante siamo a lottare ? Chiese con curiosità. infilandosi le culotte

- otto miss

- mmh allora ci vorrà tutto il pomeriggio... avete portato l' uovo ?

- si miss voltatevi che ve lo metto.

Era un uovo sodo che veniva incastrato tra le natiche della lottatrice la quale doveva difenderlo con ogni mezzo ammesso dal regolamento.

Fanny nel frattempo aveva ripreso coscenza.

Si rese conto che nella stanza c'era del movimento voltò la testa verso i rumori e attraverso le lacrime vide qualcosa che attirò la sua attenzione nonostante il fuoco che le saliva dalle natiche.

la sua maestra praticamente nuda chinata sulla spalliera del letto e una ragazza che le metteva un uovo nel culo.

Nonostante le lacrime sgranò gli occhi per guardare meglio.

- Miss siete tutta bagnata

- fatti gli affari tuoi o ti faccio faccio il culo rosso a frustate.

- Si miss ma così scivola via subito  sarà molto difficile difenderlo.

- Smettila...  così dicendo si tirò su le culotte impedendo all'uovo di cadere.

- Stringi bene su in alto. Non esagerare  fammi anche respirare.

- Ecco così dovrebbe rimanere fermo disse Susan tirando verso l' alto il bordo delle culotte.

- Ehi ma è ancora caldo !

- Per forza ci ha dato l' ordine mezz'ora fa.

Prese il gonnellino di capretto e lo legò attorno alla vita di Jennifer .

era un triangolo di pelle morbida che veniva indussato come un pannolino di un neonato. Due capi legati attorno alla vita ed il terzo che passa in mezzo alle cosce risale in vita, passa sotto gli altri due e ricade sul davanti a mò di perizoma.

- Hhhasss! madonna come brucia... non ce la faccio... non riesco a tenerlo...

- Ma miss ormai è impossibile togliere le culotte, bisognerebbe stracciarle, ne avete un altro paio ?

- Hhhaasss ! uuuhhhh! No. Non ce l'ho HHuuuuuhh! come bruciaaa. disse cominciando a saltellare per la stanza.

- Miss allora credo... credo che dovrete resistere.

- AAAaahhhh come bruciaaa! Maledetta stupida quando torno ti spello le chiappe.

- Ma miss non è colpa mia è stato un ordine specifico di sua signoria. solo 5 minuti nell' acqua fredda.

Jennifer aggrappata alla spalliera del letto saltellava come una bambina che faceva i capricci.

- l' acqua corri gettami sopra l' acqua della brocca corriiii aaaaAAAaaahhhh!

Susan corse verso il lavabo e prese la brocca di porcellana.

si era tolta in fretta e furia il gonnellino di capretto ed era rimasta solo con le culotte.

Si stese per terra bocconi sul pavimento e con le mani cercava di allargare il più possibile le natiche.

- Corri... versaaa... corriii ahhahhhh!

Susan cominciò a versare l' acqua lentamente in mezzo alla fessura dov'era l'uovo.

Mugolava di sollievo. La stoffa si bagnava e cambiava colore... era imbarazzante ma le dava un grande sollievo.

rimase stesa sul pavimento braccia sotto il mento.

Senza volerlo piano piano, si ritrovò a fare avanti indietro ... su e giù con il bacino...

in una sorta di movimento coitale.  dava sollievo alla pelle della fessura ma nello stesso tempo si strusciava sul pavimento... le pulsioni sessuali ricominciarono a riprendere il sopravvento.

- Miss miss state perdendo un sacco di tempo... miss sbrigatevi  o vi farà partire senza la gonna miss... mi sentite ?

Fu interrotta da quella zanzara fastidiosa ggrrr...  l' avrebbe azzannata.

Si rese conto però che  aveva ragione si fece aiutare a rialzarsi.

 Sentiva ancora un grande caldo dietro, però adesso era sopportabile.

 si rimise la gonna  si fece allacciare la striscia di capretto che incrociata sul davanti fungeva da reggiseno.

Prese un nastro rosso dall' armadio si legò i capelli e usci di corsa...

- Pensaci tu a lei  mi raccomando... e non farla uscire fino a mio ritorno.

- Va bene state tranquilla e non prendetevela con me per l' uovo... io... non centro niente.

Mentre percorreva a piedi scalzi il lungo corridoio senti di nuovo le pulsioni sessuali salirle dal ventre.

Tentò di concentrarsi sulla lotta che doveva affrontare.

Era difficile pensare ad altro pensò che forse... si  non le dispiaceva per niente essere infilzata da sua signoria...  certo però poi doveva beccarsi le frustate per essere uscita per prima ... epperò poi lui la avrebbe penetrata e se era fortunata l' avrebbe penetrara anche davanti... mmmhhh si aveva pochissima voglia di lottare...

doveva farsi assolutamente eliminare per prima... si più ci pensava e meno aveva voglia di lottare... si va bene la canna faceva un male boia ma doveva assolutamete sfogarsi.

Arrivata davanti alla porta della sala dell' orologio  si allentò le legature della gonna ed entrò.

 

Susan cominciò a sciogliere le cinghie delle caviglie.

- Devi avergliela fatta grossa...  non ha tralasciato neanche un pollice di pelle

disse mentre scioglieva le cinghie sopra la schiena.

- Fortuna che non ha adoperato la canna...

La prese per le ascelle e la aiutò a scendere dalla panca.

Camminava in punta di piedi come se calpestasse delle uova.

- Vieni... stenditi sul letto, qual' è il tuo... Questo ?

Fece cenno di si con il capo.

- dai su smettila di piangere ormai è finita, ora ti metto la pomata di genziana.

La aiutò a stendersi bocconi prese due cuscini e fece per metterglieli  sotto la pancia.

- Su alza il pancino... Quante te ne ha date ?

- Ce... cento. Disse tra i singhiozzi.

- ah beh allora  non è stata neanche troppo  cattiva.

- Ma.. come ??? cento colpi ti sembrano pochi ?

- No non ho detto questo, voglio dire che, i segni sono quelli di una cinquantina dati come si deve, quindi te ne ha dati almeno la metà con molta indulgenza.

- Ooohh ma io muoio  non riesco a sopportarli.

- Ci riuscirai anche tu stai tranquilla. Come mai non hai un nome ?

- Si che ce l'ho io mi chiamo Fanny.

- Guarda che non sei autorizzata a dirlo. sulle tue chiappe c'è scritto  A 37  e finchè non te lo cambiano devi presentarti come  A37.

- Ma io mi chiamo Fanny...

- Smettila o dovrò riferirlo alla tua maestra. Dimenticalo, guarda che se non lo fai prenderai un sacco di frustate. Io sono tua amica e farò finta di non aver sentito.

Facciamo un esercizio, rifletti prima di rispondere.

IO mi chiamo Susan TU come ti chiami ?

- Ma io non voglio chiamarmi con un numero come i carcerati...  io mi chiamo Fanny.

- Sei una stupida ti avverto però che lo riferirò alla tua maestra, io vorrei essere tua amica, ma non posso violare il regolamento.

- Va bene... va bene...  mi chiamo A37  però non glielo dire...

- mmhh, vedremo come ti comporterai nel futuro...

senti come è fresca questa pomata. Disse spalmandole le natiche con una pasta bianca.

Rimasero in silenzio per diversi minuti Susan spalmava delicatamente e cercava di far assorbire la pomata dalla pelle.

Fanny si beava di quel lungo sollievo. Ogni tanto emetteva un mugolio forse di sollievo... forse di dolore.

- Susan perché hai messo l'uovo alla maestra ? Disse celando  a mala pena la curiosità.

- E' il regolamento della lotta. E' il vessillo che deve essere difeso.

- Difeso da chi ?

- Dalle altre lottatrici mi sembra ovvio no ?

- Ma io che ne so !  fuori...

- Va bene   te lo spiego io. disse interrompendola.

Ogni lottatrice porta un uovo sodo in mezzo alle chiappe coperto da delle culotte di stoffa e da un perizoma di pelle  L' arena è un grande tappeto nella stanza dell' orologio, si lotta tutte contro tutte, ogniuno pensa per se, non ci sono squadre.

Chi si fa prendere l'uovo perde.

Esce dal tappeto e si mette chinata su un lungo divano senza spalliera in attesa del punteggiofinale. La meno combattiva viene fatta mettere  a  "capotavola " sull' inculatoio le altre una a destra e una a sinistra in ordine di uscita. l' ultima che rimane vince, ed è quella che somministrera le frustate alle perdenti. 10 all'ultima, 15 alla penultima, 20 alla terzultima e così via di 5 in 5 fino alla seconda. La prima nel frattempo viene fottuta da sua signoria davanti a tutte e rimarrà nell' inculatoio anche quando sua signoria avrà finito di fotterla dove riceverà 5 colpi da ognuna delle altre perdenti e 10 dalla vincitrice.

Fanny rimase muta pensierosa. Ogni tanto si voltava a guardare la ragazza che le stava massaggiando le natiche. sembrava voler dire qualcosa , poi invece si ammutoliva.

- Susan che vuol dire quella parola ? Cosa le fa sua signoria alla prima ?

Disse diventanto tutta rossa per l' imbarazzo.

- Ma come... ? Non lo sai ? come dite voi dalle vostre parti ? la monta, la infila, la cavalca, la scopa insomma la fotte, come dite voi dalle vostre parti ?

- Ecco io... no... non lo so... non credo di aver capito.

- Ma...  per tutte le ranocchie della regina, da dove vieni ? Quanti  anni hai ? Davvero non sai di cosa stiamo parlando ?

- N.. no. Disse con un fil di voce.

- Hai mai visto un uomo nudo ?

- No.  Disse scuotendo il capo

- Ma lo sai come sono fatti gli uomini ? hai mai visto un bambino ?

- Sono orfana e a Saint Joseph c'erano solo femmine.

- oh è incredibile... ma almeno hai presente una zucchina ?

- una zucchina ? si certo...

- bene alzati in piedi... ecco si... vedi quì proprio sotto questi peli bene gli uomini quì hanno una zucchina.

Si guardò il pube sgranando gli occhi cercava evidentemente di immaginarsi una zucchina lì.

- Se li tocchi  la zucchina cresce e poi te la ficcano su...

- Ma... ma che dici ? su dove ? Ma sei scema? mi stai prendendo in giro...

- Ahhh beata ingenuità...  ma come dove ? Quì e... quì disse toccandola tra le cosce.

- Dentro i tuoi buchetti

- Tu sei matta, tu sei una perversa... un  un mostro  basta... io voglio andare via questo luogo è peggio dell' inferno. Non voglio sentire questi peccati innominabili.

voglio andare via. così dicendo si diresse di corsa verso l' armadio in cerca di qualcosa per coprirsi.

- Io non starò quì nemmeno un minuto di più, il signore mi è testimone, io volevo fare il mio dovere, ma questa è la casa di satana.

Frugò inutilmente, non c'erano vestiti nel suo armadio e quello di Jennifer era chiuso a chiave

- Voglio andare via... voglio andare viaaaa...

- Ferma calmati... smettila... fermati...

- Vai viaaaa... stai lontana da me. Disse tirandole una spazzola per capelli.

- Ferma calmati... ferma o dovrò sculacciarti ancora... fermati...  stai ferma

Disse raggiungendola e afferrandola come una lottatrice.

Cadderò a tera entrambe. Fanny scalciava tentando di liberarsi.

- Lasciami figlia di Satana lasciamiiiiii... non mi toccare.

- Fermati... fermati parliamo... fermati altrimenti dovremo sculacciarti ancora...

fermati un attimo... ascoltami fermati.

Non lo so se è opera del demonio... però... fermati... siamo tutti nati così... anche tu... anche io anche le monache... anche il papa... anche sua signoria... fermati.

Si fermò di colpo, intuiva una verità in quelle parole. Dei frammenti ascoltati durante gli anni di vita le dicevano che in qualche maniera quella cosa orribile doveva essere vera.

Scoppiò a piangere a dirotto.

Susan ne approfittò per spiegarsi meglio.

- Io non lo so perché però succede proprio così...  poi la pancia si gonfia e dopo nove mesi la mamma partorisce un bambino.

- Io... io voglio andare via...

- non puoi e poi è inutile guarda che anche fuori di quì succede la stessa cosa... in tutte le case...

rimasero a terra per alcuni minuti abbracciate sembravano riflettere ogniuna per proprio conto. Fu Susan a interrompere quel Limbo.

- Ecco... io credo che... si io credo che dovrei sculacciarti... è il dovere che me lo impone. Il tuo comportamento ha oltrepassato il limite del lecito.

- Ma non puoi,  mica sei la mia maestra !

- Si che posso tu sei l' ultima arrivata, l'ultima della piramide.

- No non puoi devi chiedere il permesso alla mia maestra. Disse rialzandosi da terra slegandosi dall' abbraccio della sua compagna.

- Va bene allora lo dirò a Jennifer e le dirò anche la faccenda del nome, così ti rimette subito  sul cammello, vorrò vederti stasera durante l' iniziazione... con la pelle incandescente quello che farai. Disse rialzandosi anche lei.

- Voglio proprio vederti.

- Che cos' è questa storia? quale iniziazione ?

- la vedrai la vedrai

- Su dimmelo che mi faranno stasera ? Disse con gli occhi spalancati dalla paura.

- se ti farai sculacciare da me... altrimenti non ti racconto niente.

- E... quante vuoi darmene ?

- Quelle che ti meriti... la punizione non si mercanteggia... però solo con la mano noi novizie non siamo autorizzate ad adoperare strumenti.

- Va bene però poi non dirai niente a Jennifer eh... e mi racconterai tutto eh...

- Promesso. Disse  mettendosi la mano sul petto.

Susan si sedette sul letto.

- Vieni... quì di traverso sulle mie ginocchia.

- ma.. ma perché mi vuoi sculacciare... che ti ho fatto ?

- Su smettila vieni quà.  Disse trascinandosela letteralmente sopra le gambe

- ma... perchééé ho tutta la pelle gonfia...

- perché mi piace... mi fa venire le fregoline sulla fica.

- Fai piano... fai piano...

- Silenzio è una punizione non un comizio.

Le accarezzò le natiche con movimenti circolari poi calò il primo sculaccione.

Rimase senza fiato non si aspettava un colpo così forte

cominciò a scalciare e a protestare.

- Stai ferma o racconto tutto alla tua maestra...

- Piano però... fai piano... sono tutta ammostata

- Ti insegno un trucco aggrappati forte alla coperta del letto e strofina il bottoncino sulle mie cosce.

- Ma che stai dicendo ? basta... bastaaa...

- Sei proprio una ingenua... e va bene ancora altre 20 poi ti lascio andare

contale ad alta voce... e... a ritroso via...  inizia da questa.

- aaahhhhhssshhh 20... uuuhhhh 19... 18.... piannooo  17... 16...15..14... pianooo... uuuhhhhhssss pianooo13...

- Va bene ecco abbiamo finito vuoi che ti metta ancora un pò di pomata...

Fanny si alzò repentinamente...

- No basta adesso basta... e due ore che mi stai palpando.

- uuhhh quanto sei antipatica... vedrai che tra un pò di tempo anche a te piacerà sculacciare le tue compagne.

- Si va bene va bene, tagliò corto, ma adesso dimmi di questa sera.

- questa sera ci sarà la tua iniziazione. la tua maestra ti metterà un collare e tutta nuda, al guinzaglio come una cagnolina ti porterà in tutte le stanze del gineceo.

per prima cosa ti porterà nella stanza delle  " parruchiere "  dove ti verranno tagliati tutti i peli del corpo, tutti,  dai capelli alle ascelle, alla fica... tutti tranne quelli attorno agli occhi. I capelli verranno rasati a zero con il rasoio... mi ricordo che mi misi a piangere come una bambina nel veder i miei bei capelli finire nel cesto.

però la cosa che fa più male è la cera in mezzo alle chiappe...

Fanny la stava guardando con gli occhi sgranati incredula... stentava a crederle...

ma tutte le ragazze con i capelli cortissimi che aveva incontrato le davano ragione.

- Mi ricordo che dovettero tenermi in 5 per farmi la ceretta tra le chiappe.

Poi ti farà fare il giro di tuttte le stanze  ogniuna dovrà darti almeno uno sculaccione. Ci sarà chi ti palperà il culo... chi ti metterà un dito nella fica...

chi ti palperà le tette... io te lo dico subito ti metterò due dita nel culo e ti darò uno sculaccione forte.

- Ohhh mio Dio... ma perché tutta questa cattiveria.. perché siete così cattive ?

- E' la tradizione tutte quà dentro ci siamo passate... serve a togliere ogni brandello di pudore.

- ma... è... inumano...

- ma nooo vedrai che anche tu quando arriveranno le nuove lo farai...

- no io non farò niente... io non sono cattiva come voi.

Fanny aveva il cuore che batteva  come un cavallo al galoppo. faceva finta di ascoltare ma si guardava attorno per escogitare un piano di fuga.

- ti do un consiglio chiedi alla tua maestra di ungerti un pò... ecco vedi questo

è un olio fatto a posta. Disse indicando una bottiglietta tra le tante presenti sulla toletta ad angolo.

- Fatto a posta per cosa ?

- Ma sei tonta o ci fai ? Prova a metterti un dito su...

- non che non ci provo fa un male boia...

- Ecco appunto stasera tutte ti metteranno almeno uno o due dita dentro.

Fanny era ormai come un cavallo selvaggio in un recinto,  girava in tondo alla ricerca del minimo varco.

Doveva assolutamente scappare. Se le cose dette da Susan fossero state vere anche solo a metà ce n'era a sufficenza per andarsene da quel covo di pervertiti.

La coperta... si ecco... si sarebbe messa addosso la coperta del letto...

ormai non ascoltava più Susan ormai stava elaborando un piano di fuga.

- la " zucchina " di sua signoria è grossa così. Disse mettendo il pollice e l' indice della mano destra in cerchio ma senza toccare le punte.

- Se non sei unta più che bene  starnazzerai come un oca.

Fanny ormai aveva il piano non ascoltava più... aveva bisogno solo di alcuni minuti di solitudine.

- Quando mi daranno la divisa ? Disse con noncuranza Fanny

- Domani mattina

- Ma la pomata è finita disse guardando la scatolina aperta sul comodino.

- Si ma ne ho un' altra nella mia stanza

- Ecco io... io credo che stasera mi faranno male si forse è meglio se me ne metti ancora un pò...

- Va bene disse Susan illuminandosi in volto vado a prenderla.

- Si grazie mi fai un grande piacere mi è presa tanta paura...

- Va bene vado e torno... aspettami eh...

- Dove vuoi che vada non vedi che sono nuda.

Rassicurata da quelle parole Susan usci quasi di corsa. Voltò a destra  in direzione della sua stanza.

Fanny con un movimento brusco tolse la coperta dal letto

se la avvolse addosso come un mantello e a piedi scalzi si affacciò sul corridoio,

un attimo di esitazione poi via, di corsa a sinistra verso l' uscita secondaria.