L' arrivo
Una carrozza percorreva lentamente il lungo viale alberato che portava al castello.
Era una carrozza con un solo vetturino, senza valletti, essenziale e con pochi fronzoli.
Dal finestrino si sporgeva una giovane donna, intenta ad ammirare la maestosità della costruzione che lentamente si faceva sempre più vicina.
Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una elaborata acconciatura dietro la nuca.
Indossava un cappellino blu scuro dello stesso colore del leggero soprabito estivo.
Arrivati davanti al cortile principale la carrozza non si fermò ma proseguì girando a destra.
Percorse un altro vialetto e si fermò in un cortile laterale.
- Siamo arrivati - disse il conducente scendendo, con un agile balzo da cassetta.
Scaricò due borse dal bagagliaio posteriore e senza aiutare la ragazza , ripartì in direzione delle scuderie senza neanche salutare.
Fanny rimase sconcertata dalla maleducazione dell' uomo, si guardò intorno, non c'era nessuno ad aspettarla, scosse la testa, prese le due grandi borse e cominciò a salire i pochi gradini che la separavano dalla porta.
Una cameriera sulla trentina aprì la porta e la accolse con un sorriso.
- Buongiorno signorina, vieni entra... ti stavo aspettando... seguimi -
neanche lei accennò ad aiutarla a portare le borse, anzi si era voltata e camminava lungo il lungo corridoio.
Fanny dovette accelerare il passo per non perderla.
La cameriera aprì una stanza...
- Entra e aspetta qui, non muoverti, qualcuno verrà a prenderti,
Abbi pazienza a quest'ora siamo tutte occupate per il pranzo, ...lì c'è una sedia -
e uscì chiudendo la porta.
La stanza sembrava un ripostiglio, lungo le pareti c'erano solo degli armadi guardaroba.
Era molto luminosa, i vetri della grande finestra erano tutti traslucidi, ma la calda luce di agosto entrava lo stesso in abbondanza, facendo brillare il pavimento pulitissimo.
A parte la poltroncina e gli armadi, nella stanza non c'era niente altro per cui la sua curiosità fu subito placata. Si sedette e cominciò ad aspettare pazientemente.
I minuti passavano lentissimi ormai aveva contato tutti gli armadi, tutte le mattonelle del pavimento, cominciava ad avere fame.
Non si sentiva nessuno, solo un grande silenzio, i minuti passavano interminabili.
Milioni di microscopiche particelle galleggiavano e si rincorrevano attraverso un grosso raggio di sole.
Ormai doveva essere più di un ora che aspettava, la fame era diventata insistente.
doveva essere mezzogiorno passato.
Finalmente dopo circa un'altra mezz'ora la porta si aprì.
Era una cameriera sui 35 anni con lunghi capelli neri raccolti sotto la cuffia bianca.
notò subito che la divisa era ridicolmente corta, non copriva nemmeno le ginocchia
ed il grembiule era della stessa lunghezza.
- Salve sono Jennifer disse tendendole la mano.
-Fanny -
rispose la ragazza, allungandole la sua con una riverenza appena accennata.
- Sarò la tua maestra... mi sei stata assegnata come allieva e dormirai nella stessa mia stanza.
- Piacere di conoscerti cercherò di essere una buona allieva -
- Lo spero per te - disse aprendo uno degli armadi
- qui la disciplina è molto rigida bisogna sempre obbedire...
obbedisci e vivrai bene disobbedisci e sarai punita semplice no ?-
- Beh... si credo di si anche in collegio funzionava più o meno così -
- Metti tutta la tua roba qua dentro... hai solo queste due borse ? -
- Si solo queste -
- Devi imparare subito ad essere più rispettosa... io per te sarò miss Primm...
dovrai rivolgerti a me con più formalità mi potrai chiamare anche signora maestra, ma non puoi rivolgerti a me chiamandomi per nome hai capito ?-
- Si miss Primm -
- Bene -
- Miss Primm posso farle una richiesta ?
- Dimmi -
- Miss io ho tanta fame... quand'è che si mangia ? -
- Non appena avrai riposto tutta la tua roba - disse con un sorrisetto
- Ma miss io ho finito ho solo queste due borse. -
- Devi riporre anche la roba che indossi -
Si tolse il cappellino e lo ripose sul ripiano alto dell' armadio.
cominciò a slacciarsi il vestito ed intanto con una mano frugava nell' armadio aperto.
- Cosa state cercando ? -
- la mia divisa... non trovo la divisa da mettermi -
- Non trovate la vostra divisa, semplicemente perché, non c'è: vi verrà data più tardi di sopra.
Fanny spalanco gli occhi e guardò allibita la sua interlocutrice.
- ma miss... come posso ? -
- Semplicemente, come abbiamo fatto tutte noi, prima di te. -
Continuò a slacciarsi il vestito ma non era affatto convinta
- I gioielli ed i vostri effetti personali dovete metterli in questo cassetto
toglietevi tutto orecchini e anelli compresi.
Fanny lasciò indietro il vestito e cominciò a togliersi la poca bijotteria che aveva...
- Posso tenere la catenina che mi ha regalato suor Angelica ? -
- Non è buona cosa farsi ripetere gli ordini, sei appena arrivata e quindi faccio una eccezione. Ti ho già detto che devi toglierti TUTTO -
Fanny improvvisamente percepì la pesantezza di quelle parole
rimase un attimo interdetta poi si rivolse alla sua interlocutrice.
- Ma miss non posso spogliarmi nuda davanti a voi è... è peccato -
- Il peccato più grosso qua dentro è la disobbedienza, vi faccio notare che state disobbedendo e già avete infranto la vostra promessa di essere una brava allieva -
- Vi giuro che faccio di tutto per essere obbediente ma... è... è che...
- Su sforzatevi cominciate a sfilarvi il vestito. -
Aiutata dalle mani imperiose di Jennifer, Fanny riuscì a togliersi il vestito e a riporlo nell' armadio era rossa come un peperone ma riuscì a sfilarsi la sottogonna.
- Allora ? cosa aspettate ? non avete più fame ? su sbrigatevi mi state facendo perdere un sacco di tempo. -
- Miss... vi giuro... io... io... non vorrei... -
- Allieva Fanny... come vi punivano le suore quando facevate i capricci a Saint Joseph ?-
- Ecco... dovevamo spazzare il pavimento della chiesa e dire 5 ave marie inginocchiate in terra -
- Capisco... ecco perché siete così poco avvezza ad obbedire. -
- ma vi giuro... io vorrei... -
- Non si direbbe... Allieva Fanny siete mai stata sculacciata ? -
- Nnnn... no che io mi ricordi...-
- Eh... siete mai stata frustata ? -
- No... nnno - disse scuotendo la testa mentre guardava il pavimento
- E dite un pò... volete cominciare adesso ?
La ragazza sgranò gli occhi scosse la testa e cominciò a piangere
- No... vi prego...
- Non c'è niente da pregare dovete solo obbedire... SPOGLIATEVI ! - disse alterando la voce.
la camicetta andò a raggiungere gli altri indumenti dentro l' armadio.
Il seno turgido comparve in tutta la sua giovanile bellezza.
- Voltatevi vi aiuto a slacciare il corsetto -
Obbedì senza discutere ma aveva le lacrime che scendevano sulle gote.
- Voglio tornare a Saint Joseph voglio andare via... -
La donna si mise a ridere di gusto...
Mentre con le dita allentava i lacci del corsetto disse.
- Non c'è più posto per voi a Saint Joseph sua Signoria vi ha comperato... adesso appartenete a lui... sarà bene che lo impariate subito in fretta -
- Ma non si comprano le persone... Suor Angelica non può avermi venduto... -
- Ho l' impressione che mangerai molto spesso in ginocchio... - disse ridendo di gusto.
- Forse Suor Angelica no ma, qualcuno alla curia, ha preso un bel po' di corone per il tuo corpicino puoi scommetterci. - Disse sfilandole da sopra la testa il busto ormai allentato.
Fanny si aggrappò al bordo delle culotte e si allontanò di un passo.
- Vi prego... vi scongiuro miss, fatemi almeno tenere queste vi scongiuro... morirò di vergogna
- Mi dispiace deluderti...- disse ridendo
- ma, credo che sopravviverai anche tu proprio come siamo sopravvissute tutte noi... sopravviverai per prendere una bella punizione che ti darò
appena ritorneremo in camera.
Vi avevo avvertito, prima vi ho perdonato ma adesso basta. mettetevi immediatamente le mani sopra la testa -
Fanny singhiozzando come una bambina piccola obbedì lasciò il nastro delle culotte e mise le mani sopra la testa.
- Ascoltatemi bene ALLIEVA Fanny - Disse mettendosi quasi naso contro naso e guardandola negli occhi.
- ora per nessuna ragione al mondo dovete abbassare le mani... fate conto che sono incollate con la pece ai vostri capelli... legate con mille corde intrise nel vischio, avete capito bene ? -
- Sss... si... -
- COME? -
- Sissignora...-
- NOn ho capito bene - disse quasi gridando
- Si Miss Primm - rispose la ragazza quasi gridando istericamente anche lei.
- bene - disse con tono di voce normale.
Prese un capo del nastro delle culotte e lo sciolse.
prima quelli attorno alle ginocchia in ultimo quello attorno alla vita.
poi si allontanò di due passi guardando soddisfatta il lavoro fatto.
Le culotte piano piano cominciarono ad allentarsi...
Fanny fece uno scatto quasi a volerle fermare ma immediatamente si rimise in posizione senza staccare le mani dalla testa.
- Fate un piccolo salto -
ad occhi chiusi per non vedere Fanny obbedì un attimo dopo le culotte giacevano ai suoi piedi.
- Voltatevi lentamente -
- Ohhh Miss... perché volete umiliarmi così ? cosa vi ho fatto ? -
- Non vi sto umiliando... vi sto insegnando... ricordatevi che io sono la vostra maestra...
riponete le culotte nell' armadio... naturalmente potete usare le mani.
Fanny obbedì ma poi mise le mani davanti cercando di coprirsi il più possibile.
- Mia cara il vostro pudore è encomiabile ma ora siete in addestramento e dovete lasciarlo da parte... lo so non è facile ci siamo passate tutte ma, posso dirvi anche che non è poi così difficile come sembra. toglietevi le scarpe e le calze e poi rimettetevi in posizione.
Ormai sembrava rassegnata... tirava su con il naso si asciugava le lacrime con le mani ma obbediva.
si rimise in posizione ma chiuse gli occhi in un estremo inutile tentativo di isolarsi.
- Voltati lentamente... piano... non fare come prima... quando sua signoria te lo ordinerà dovrai fare in modo di non farlo arrabbiare.
Fanny riaprì gli occhi angosciata tremava come una foglia balbettava.
- Volete dire che dovrò farlo davanti a lui ? dovrò spogliarmi davanti a lui ?-
Jennifer scoppio letteralmente a ridere... di un riso irrefrenabile che faceva da contrappunto involontario all' angoscia di Fanny.
- Beata innocenza... - disse asciugandosi anche lei le lacrime della risata
- Cosa credete che vi abbia comperato a fare -
Fanny la guardava come persa nel vuoto era in una confusione plateale... non capiva veramente.
- Va bene avremo modo di parlarne le prossime lezioni. Siete molto bella ecco perché vi ha comperato senza aspettare il ricambio -
- Finite di spogliarvi su che è tardi -
- cosa volete che mi tolga ancora la pelle ? - Disse con astio la ragazza.
- Bene dopo terremo conto di questa insolenza ma non dite che io non vi ho avvertito.
- Miss... ho tanta paura voglio tornare a casa.. voglio andare via... -
- Non potete ve l' ho già detto venite qui abbracciatemi -
Fanny quasi non aspettasse altro si gettò in quell' unico rifugio che le veniva offerto.
La lasciò sfogare per qualche minuto poi…
- Bene adesso calmatevi andiamo a pranzo è tardi -
chiuse l' armadio e fece per girare la chiave
- prima che chiuda definitivamente... siete sicura di aver messo dentro tutto ? -
La ragazza fece cenno di si con il capo
- Bene io ve l' ho detto... - chiuse a chiave e la tolse dalla serratura. Aprì la porta.
- Su andiamo è tardi -
Fanny guardava la porta come se guardasse le soglie dell' inferno...
- Su datemi la mano via... non ci pensate fate finta che siete vestita di pelle... -
e quasi la scaraventò sul corridoio.
Fanny era come ipnotizzata aveva gli occhi sbarrati e si voltava da tutte le parti.
- Smettetela camminate sul tappeto e non copritevi tanto non serve a niente...
man mano che si inoltravano nel corridoio si sentivano delle voci e dei rumori. Fanny tentava di nascondersi dietro Jennifer.
- ohhh Mio Dio mio Dio... mi sento mancare mi tremano le gambe... -
- se solo provate a svenire vi porto nelle scuderie in mezzo agli stallieri -
- No... sto bene... sto bene...-
si fermarono davanti ad una porta aperta...
- Luise ecco la chiave del 37 - disse Jennifer rivolgendosi ad una ragazza che stava seduta dietro ad un tavolo pieno di fogli di carta e di registri.
Questa si alzò dal posto di lavoro e palesemente curiosa si affacciò alla porta.
Jennifer impedì che Fanny si coprisse dietro di lei anzi la allontanò mettendola in mostra e con il braccio la costrinse a fare un giro su se stessa.
- Humm secondo me tra due settimane non avrà più fiocchetti da sciogliere -
- E no è... non me la mettete subito in servizio... mi ci vorrà almeno un mese per addestrarla -
- Perché è così ribelle ? -
- No anzi credevo peggio, ma è stata dalle suore... è come una neonata -
- Ho capito e... come si chiama ?-
- Fanny -
- Fanny... Fanny... - disse la ragazza come se stesse tentando di ricordare qualcosa
- No non va bene... venite dentro un attimo... -
Entrarono nella piccola stanza.
Fanny ebbe un attimo di sollievo nel vedere che la porta veniva chiusa. con le mani si proteggeva il pube ma le due donne non la degnavano di uno sguardo.
Stavano scartabellando un registro sopra la scrivania...
- Eccola vedi Fanny Ardant. E' arrivata due mesi fa con il cambio di primavera -
- e... allora adesso come la chiamo ? -
- Dovrei vedere bene consultare gli archivi mi ci vuole un po’ di tempo... per il momento la segno come allieva 37 poi ti darò il nome -
- Va bene non c'è fretta... direi che, già che ci siamo, senza che ci ritorno, possiamo anche marcarla subito... -
- Per me va bene ma non deve mangiare ? -
- Si deve ancora mangiare, ma che ci vuole... facciamo subito subito... si asciugherà intanto che camminiamo -
- Va bene 37 chinati quì disse facendo un po’ di spazio sulla scrivania -
Fanny rimase interdetta non sapeva cosa fare.
Jennifer la prese per la nuca e la costrinse letteralmente a chinarsi bocconi sulla scrivania.
- ...Se la vede, altro che un mese, tra una settimana glielo avrà fatto come un " canestro " -
- e tu... non fargliela vedere... tienila indietro fammela addestrare con calma -
- Vedrò cosa posso fare, rosso o blu ? -
- Rosso... è più evocativo -
Louise prese dal cassetto delle piccole mascherine metalliche e le sparse sul ripiano trovò la "A" e la appoggiò sulla natica sinistra di Fanny.
un liquido freddo venne passato sopra la mascherina con un piccolo pennello.
Fanny ormai sprofondata in una specie di ipnosi percepiva le azioni come se fossero dirette a qualcun altra che non fosse lei.
senti Jennifer che diceva:
- ecco, il 7 ce l' ho io -
sentiva il liquido freddo che veniva sparso sull' altra natica per due volte
Sentiva le due donne che soffiavano sulle sue natiche alternativamente evidentemente per far asciugare il liquido appena usato. la sensazione era di un freddo fastidioso.
- Alzati apri la mano - le ordinò Louise
Fanny obbedì e allungò la sinistra
senza tante cerimonie scrisse con lo stesso inchiostro rosso " A 37 "
- questo è per te visto che non puoi leggerti il culo - disse ridendo Louise.
- Va bene andiamo a pranzo - disse aprendo la porta e spinse letteralmente fuori Fanny
fatti pochi passi nel corridoio Louise ricomparve sulla soglia.
- Ah... Jennifer... la devi punire ? -
- Si appena torniamo in camera -
- Cosa ti faccio trovare ? -
- Una " Scozzese " andrà benissimo -
- Va bene te la mando subito -
- Non c'è fretta tanto adesso andiamo al refettorio, fammela trovare direttamente in camera
- Va bene te la faccio portare subito -
Era tardi, erano le due del pomeriggio era caldo e camminare a piedi nudi sul pavimento tiepido diventava piacevole. Come risvegliatasi dal coma Fanny si rese conto che stavano di nuovo camminando verso qualche luogo e che lei era completamente nuda e che tutti la potevano vedere.Si fermo repentinamente.
- Voglio tornare a casa... voglio andare via... voglio andare via -
- Basta smettila accetta la situazione oggi tutte ti vedranno nuda perciò smettila, ci siamo passate prima di te, non sei la prima e non sarai l' ultima - disse Jennifer scrollandola per le spalle.
Arrivarono al refettorio senza incontrare nessuno ma, dentro si sentivano delle voci e dei rumori inequivocabili.
La spinse letteralmente dentro e rese vani tutti i suoi tentativi di nascondersi dietro di lei.
nella grande stanza c'erano cinque ragazze tutte più o meno della sua età tre avevano capelli cortissimi, erano tutte indaffarate nel riordinare il refettorio.
Dalla porta aperta della cucina provenivano altri rumori altre voci.
Tutte le ragazze si fermarono e si misero a guardare le nuove arrivate.
Fanny quasi in mezzo alla stanza tentava di coprirsi come poteva tutti gli occhi erano su di lei Jennifer si era spinta oltre la soglia della cucina e stava parlando con qualcuno.
Dalla porta uscì una giunone con due spalle quadrate sembrava un armadio.
Era Josephine la cuoca francese
- Una nuova ? Si qualcosa da mangiare la troviamo... fammela vedere -
le si avvicinò come un orso ad un favo di miele...
- mmmhhhmmm che confettino, stavolta l' ha scelta proprio bene -
poi rivolgendosi a Jennifer domandò:
- deve fare anche un tirocinio in cucina ? -
- Non credo, per il momento ho altri ordini -
- e ti credo... mmmhhh peccato le avrei dato volentieri una succhiatina -
le girò intorno piano piano con la faccia libidinosa poi sparì in cucina
- Via al lavoro voi. - gridò alle 4 apprendiste cuoche che si erano affacciate curiosando dalla porta.
Due inservienti intanto avevano apparecchiato un angolo di un tavolo
- Metto l' inginocchiatoio ? - chiese una delle due a Jennifer
questa prima di rispondere si avvicinò a Fanny se la mise sotto il braccio sinistro e la costrinse a chinarsi. Toccò l' inchiostro con la punta delle dita.
- Si... non è ancora asciutto metti l' inginocchiatoio - dalla cucina una cuoca giovane, con i capelli corti ma, più lunghi delle altre, arrivò portando un piatto di carne arrostita e del pane.
Mentre Fanny aiutata da una ragazza con i capelli cortissimi si inginocchiava a tavola e cominciava a mangiare…
Jennifer entrava in cucina ed avvicinatasi alla cuoca, a voce bassa le sussurrò.
- hai qualcuna da punire ?-
- No per il momento no... perché ? -
- Mi serviva uno spettacolino per la nuova arrivata, ha bisogno di essere scossa. -
- Oh beh qualche culo da arrossare lo rimediamo di sicuro -
- No non voglio che qualcuno ci vada di mezzo ingiustamente... come non detto... fai conto che non ti ho detto niente -
- Va bene ma... era facile da rimediare... -
- Niente come non detto - disse uscendo dalla cucina
si sedette di fronte a Fanny che stava letteralmente divorando i cosciotti di pollo.
- Piano… fai piano non ci corre dietro nessuno -
dopo qualche minuto dalla cucina arrivò un fracasso di stoviglie rotte seguito dal ruggito della cuoca. sulla porta comparve una giovane cuoca che arretrava spaventata
- Non scappare... lo sai che poi è peggio... vieni qua non scappare - disse la gorilla asciugandosi le mani sul grembiule che una volta era stato bianco.
La ragazza non aveva più di 25 anni aveva i capelli corti e balbettava arretrando.
- vi prego madame vi scongiuro... non l' ho fatto a posta... non me ne sono accorta -
Fanny aveva smesso di mangiare tutti erano fermi e guardavano verso la giovane cuoca.
- Non scappare... vieni a ricevere la tua giusta punizione... e ti prometto che non dirò niente alla tua maestra. Poi prese una sedia dal primo tavolo e si sedette quasi a ridosso della soglia della cucina.
- Su bambina vieni... vieni sulle ginocchia della vecchia Josephine -
- Fate piano signora vi prego... non ho fatto a posta -
- Su bambina vieni… vieni sulle mie ginocchia – disse battendo ritmicamente le mani sulle enormi cosce.
- Vieni a farti arrossare il tuo bel culetto su... sei stata sbadata... e hai bisogno di fare un bel pianto liberatorio... io lo so, lo sento… su vieni so io come farti fare un bel pianto liberatorio. Tutte le allieve hanno bisogno ogni tanto di farsi un bel pianto ristoratore – disse ridendo sguaiatamente.
La ragazza blaterava delle scuse, protestava ma, a piccoli passi si avvicinava alle mani protese della grossa cuoca che, vibrando nell’ aria, non aspettavano altro che ghermirla.
Come succhiata da un vortice fu letteralmente scaraventata sopra le ginocchia in attesa.
Fanny era rimasta con la mano a mezz’aria non mangiava più aveva gli occhi sbarrati e fissava la scena. Tutte erano magnetizzate dalla scena, tutte guardavano Josephine
Comprese le aiutanti cuoche che si erano affacciate dalla porta.
Josephine consapevole del pubblico che la osservava cominciò la sua sceneggiata.
Appoggiò i talloni sul piolo della sedia, si accomodò la ragazza bilanciandone correttamente il peso, poi le alzò il lembo del vestito fin sopra le spalle.
Fanny notò per la prima volta le spille.
Guardò anche la sua maestra… tutte… portavano due spille da balia dorate sulle spalline della divisa.
Non c’era bisogno di spiegazioni.
Josephine aveva fissato le gonne con le due spille.
Notò anche, mentre Josephine le slacciava, che le culotte della ragazza avevano l’ allacciatura sul dietro.
Certo era una moda singolare e… come allacciatura oltremodo scomoda, ma intuiva che al castello la cosa si rivelava estremamente funzionale.
Rimase sorpresa dalla maestria di Josephine, questa, con un abile mossa sfilò le culotte ma non le tolse del tutto arrivata alle caviglie tirò di nuovo il nastro e lo arrotolò attorno alle stesse
Imprigionandola come un capretto.
Rimase ipnotizzata a guardare il culo nudo della ragazza.
Era imbarazzata, sicuramente era arrossita di vergogna ma non poteva fare a meno di guardare.
La ragazza piagnucolava e implorava perdono era buffa… un piumino di trine e merletti sopra e sotto… e completamente nuda in mezzo.
- Tutte le allieve devono fare il loro lavoro con cura e abnegazione – cominciò a sentenziare Josephine mentre lentamente si arrotolava la manica sinistra.
- Devono prestare la massima attenzione e evitare assolutamente di fare guai altrimenti si troveranno inevitabilmente a culo nudo. Ora signorina dimmi – disse mentre si arrotolava la manica destra.
- Come mai ora tu ti trovi sulle mie ginocchia con il culo nudo ? –
- Ohhh Madame vi prego… vi prego – piagnucolò la giovane cuoca.
- Mia cara bambina non devi pregare devi rispondermi – disse cominciando ad accarezzare lascivamente le natiche nude.
- Rispondi alla domanda “ come mai ti trovi sopra le mie ginocchia a culo nudo?”
– disse alzando notevolmente il tono di voce.
- Non vi arrabbiate Madame … non vi arrabbiate vi prego… mi… mi trovo sulle vostre ginocchia per essere punita.
- Esatto e… perché dovete essere punita ? – disse infilando la mano in mezzo alle cosce della ragazza
- Perché ho rotto due piatti… Madame vi prego… li no… madame… vi prego… ooohhh –
- Giusto, avete rotto due piatti, silenzio faccio ciò che voglio… e dite… ad alta voce in modo che anche loro possano sentire, come pensate che sarete punita ? –
- Madame mi sculaccerà molto sonoramente.
- Brava… sei proprio una brava bambina… gridalo forte … voglio che anche quelle nel giardino sentano – in realtà stava solo cercando di prolungare il tempo che si era concessa per poter accarezzare le nudità della ragazza senza destare troppi sospetti.
Quasi in preda ad una crisi isterica la ragazza gridò rossa in viso e con quanto fiato aveva in corpo.
- Madame Josephine mi sculaccerà forte forte ! –
- Bene… siete pronta mia cara ? –
- Si… si Madame… si … vi prego… -
Rimbombò per tutta la stanza.
Lo sculaccione calò violentissimo ed improvviso facendo scalciare la giovane cuoca.
Dopo qualche istante il grido della ragazza mise in moto un brivido di freddo lungo la schiena di Fanny.
Era quello che stava aspettando ma Fanny rimase lo stesso sorpresa.
Sorpresa dal suono roboante, sorpresa dalle grida, sorpresa dall’ agitarsi scomposto,
sorpresa dai fremiti che le correvano lungo la schiena, sorpresa dai sorrisetti delle altre spettatrici, sorpresa dalla sua maestra che annuiva con la testa.
Le natiche rosee stavano cambiando rapidamente colore, man mano che le enormi mani della cuoca impattavano contro quella carne morbida il colore diventava sempre più carico.
Dopo un numero imprecisato di colpi Josephine si fermò, il sedere ormai era di un rosso paonazzo. La ragazza piangeva come una bambina piccola.
Era da tempo immemorabile che non vedeva piangere una adulta in quel modo. A cuore aperto a calde lacrime senza pudori… proprio come una bambina.
Josephine guardava soddisfatta il lavoro fatto toccava… accarezzava… toccava dappertutto.
Toccava senza sosta, nella sua ignorante ingenuità Fanny capiva che la stava toccando oltre il lecito.
Poi la vide rivolgersi verso le cuoche affacciate sulla porta della cucina.
- Portatemi lo “scettro “ –
- NOOOOooohhhh !!!! vi scongiuroooo… Bastaaaa!!!! - Gridò la ragazza
- Bastaaaa… vi prego… vi scongiurooo perdonatemi… bastaaaa… bastaaa… -
- Oh no… non dite sciocchezze mia cara, un culo giovane e sodo come questo non può certo cavarsela con una manciata di sculacciate e basta su… smettetela si scalciare e rimettetevi in posizione, non fatemi perdere la pazienza… smettetela di scalciare.
- Fate piano… fate piano madame vi scongiuro mi fa male da morire… -
- Oh no… bambina mia non ho la minima intenzione di fare piano ma, state tranquilla, sopravviverete di sicuro, certo stanotte dormirete bocconi ma, state tranquilla che sopravviverete sino a domani mattina - disse ridendo
Una delle inserviente nel frattempo era ritornata dalla cucina tenendo in mano un grosso cucchiaio di legno e lo consegnò alla cuoca.
- aspetta non andare via tienile ferme le gambe -
Senza dire una parola, la ragazza si inginocchiò prese le caviglie fasciate dalle culotte e le serrò con diligenza sul suo grembo.
Josephine approvò con un cenno del capo poi si rivolse alla punita.
- adesso mia cara ti farò passare la voglia di rompere piatti per il resto della tua vita -
Impugnò saldamente il cucchiaio… diede una piccola serie di colpetti veloci ed innocui prima su una, poi sull’ altra delle natiche, tanto per farsi sentire.
Avvolse letteralmente con il braccio sinistro il busto della sventurata e calò un fendente sulla natica destra.
Fanny chiuse gli occhi, ma non potè fare a meno di ascoltare lo straziante grido della giovane cuoca, non poteva chiudere anche le orecchie.
Un altro grido… un altro ancora… e un altro ancora…
Qualcuno la stava scotendo riaprì gli occhi.
- aprite immediatamente gli occhi e guardate là e… che vi serva da lezione – era la sua maestra che la stava scotendo
- E’ assolutamente vietato chiudere gli occhi o ripararsi. Guardate ed imparate –
Disse adirata indicando verso la punizione.
- Posso continuare - disse spazientita Josephine che era stata disturbata da quel trambusto.
- Scusami Josephine la mia allieva ancora non è abituata a certi spettacoli –
- Vuoi farla partecipare ? –
- No non è il caso… è arrivata stamattina –
- Ummm va bene ma pretendo le scuse –
- Si giusto. Allieva 37 chiedete scusa a madame – disse in tono imperioso
Fanny si guardò attorno. Tutti gli sguardi adesso erano rivolti verso di lei, tranne quello della punita naturalmente che, guardava il pavimento e piangeva a bocca aperta.
Rimase interdetta non sapeva cosa fare nella stanza si sentivano solo i singhiozzi della giovane cuoca. Guardò interrogativamente la sua maestra.
- su fai un bell’ inchino e chiedi scusa – disse Jennifer venendole in soccorso.
Si alzò fece per afferrarsi il vestito poi resasi conto di essere completamente nuda
fece un inchino mimando solo il gesto e disse.
- Scusatemi madame –
- La prossima volta che osate interrompermi darò una passata anche a voi.
- Spero proprio che sua signoria vi faccia fare anche un po’ di tirocinio in cucina… vi farò il culo come una torta di fragole.
Si aggiustò il corpo della punita sulle ginocchia rimboccò inutilmente il vestito.
- Sei pronta tu ? – disse rivolgendosi alla ragazza che teneva ferme le caviglie della punita.
- Si Madame… prontissima –
- E tu… siccome hai avuto il sollievo di questa lunga interruzione riceverai due colpi in più – così dicendo, senza aspettare risposte, colò un terribile colpo sulle natiche nude.
Era evidentemente contrariata perché aveva aumentato il ritmo e la forza.
- Non vedo l’ora che ti faccia fare un po’ di tirocinio in cucina – disse evidentemente pensando a Fanny e calò uno sculaccione terribile sulla natica destra.
Nonostante fosse tenuta da due persone, la punita, ad ogni colpo, sgroppava come un mulo imbizzarrito e rinnovava le sue grida di dolore.
Fanny era rimasta impietrita tremava come una foglia ma non osava distogliere lo sguardo da quella terribile scena. Il culo della ragazza era coperto da medaglioni violacei.
Dopo un tempo che a Fanny sembrò lunghissimo finì quella che per lei era stata la punizione più severa a cui aveva assistito.
Josephine si alzò e lascio scivolare a terra la cuoca sconvolta dai singhiozzi, la guardò per qualche istante poi…
- vai in castigo nell’ angolo – disse con voce imperiosa
La cuoca si trascino verso il muro si mise in ginocchio e con le mani raccolse le vesti in modo da lasciare bene in mostra il culo nudo.
- Voi ritornate al lavoro svelte lo spettacolo è finito -
Immediatamente l’ atmosfera cambiò come per incanto.
Le ragazze ripresero il lavoro interrotto le cuoche rientrarono in cucina ricominciarono i rumori e le voci della normalità la tensione era completamente sparita.
Fanny si guardò intorno esterrefatta era come se non fosse successo niente.
Guardò verso la sua maestra.
- Su vieni a finire di mangiare che è tardi – disse indicandole il piatto.
Si rimise in ginocchio e meccanicamente, come un automa, si portò la carne alla bocca.
Guardava la grande stanza guardava le ragazze che stavano lavorando poi inesorabilmente il suo sguardo ritornava verso le natiche tumefatte della cuoca.
Nessuno la guardava, solo lei… per tutte le altre era come se non fosse successo niente.
Jennifer era andata in cucina e parlottava con… con quel mostro…
Solo lei la guardava con compassione, vedeva le sue spalle che si alzavano e abbassavano ritmicamente non gridava più ma ogni tanto emetteva un singhiozzo.
Per un istante si voltò a guardarla per un lunghissimo istante i loro sguardi si incrociarono.
Entrambe nude si guardarono affettuosamente, imbarazzate, e solidali.
Un rumore… la testa si voltò di scatto verso il muro.
Fanny affondò gli occhi nel piatto e finì di mangiare in fretta.