"Arabella"
Già dalla mattina, nella residenza estiva dei Seymur, fervevano i preparativi per la sfarzosa festa che si sarebbe svolta nel tardo pomeriggio per celebrare il fidanzamento ufficiale fra la giovane nipote di Lady Dorotea con il rampollo della nota e facoltosa famiglia di banchieri londinesi dei Beaumont.
Non mancava molto all'arrivo dei numerosi ospiti e Sua Signoria si trovava nel parco controllando con occhio vigile che tutto fosse perfetto per il ricevimento, non risparmiando rimbrotti e osservazioni al personale domestico occupato febbrilmente nei preparativi.
Quando Giles, il maggiordomo, si avvicinò con discrezione sussurrando:”madam!”
Lady Dorotea si girò verso l'anziano domestico e con l’abituale tono rispose :”sì Giles, cosa c'è?”
Il maggiordomo, facendo un inchino e scusandosi per il disturbo annunciò che era arrivato il signorino David.
La nobildonna, sorridendo compiaciuta gli rispose che l’aveva fatto venire apposta un po' prima del ricevimento per fare quattro chiacchiere con lui, poi chiese a Giles di far cercare la nipote e chiederle di raggiungerla nello studio.
Date queste disposizioni Lady Dorotea rientrò ed accolse il giovane Boumont con un materno abbraccio:”david caro, grazie di essere venuto, spero non ti abbia recato disturbo venire qui prima degli altri.”
Il giovane si affrettò a rassicurala: “buonasera Lady Dorotea, no, ma che dice, nessun disturbo”.
Sorridendo Lady Dorotea, aggiunse subito:” Non pensi che sia giunto il momento di chiamarmi zia? Sciocco ragazzo, tu e Arabella da stasera sarete fidanzati ufficialmente e fra poco tempo vi sposerete” Così dicendo gli diede uno scherzoso buffetto sul viso.
David un po’ imbarazzato rispose: “come vuole … anzi, come vuoi zia Dorotea”
La nobildonna sorrise soddisfatta e comunicò al giovane che aveva fatto chiamare Arabella, e che li avrebbe presto raggiunti nello studio.
Quindi condusse il giovane in un grande salone le cui pareti erano coperte interamente da una libreria, mentre vicino ad una grande porta finestra, che portava al parco, troneggiava una sontuosa scrivania in mogano ed al lato opposto, di fronte all’imponente camino in marmo vi era un sontuoso divano in pelle circondato da due enormi poltrone.
Lady Dorotea si sedette sul divano invitando il giovane promesso sposo a fare altrettanto su una delle poltrone.
Poco dopo che si erano accomodati vennero raggiunti dalla nipote della nobildonna che vedendo il fidanzato cinguettò:”david! Tesoro, che sorpresa, cosa ci fai qui a quest'ora? Pensavo venissi più tardi con i tuoi genitori”.
Appena David la vide, cavallerescamente, si alzò in piedi e, messo in soggezione dalla presenza della nobildonna, si limitò a dare ad Arabella un casto bacio sulla guancia dicendo che era stata una sorpresa anche lui ricevere stamattina l'invito della zia a venire qui prima del ricevimento.
Arabella stupita esclamò: “non capisco”.
La nobildonna abbastanza seriamente disse:”tra poco capirai cara, ora per favore siediti accanto a me, ho fatto venire David perché devo parlargli di una cosa molto importante e che riguarda soprattutto te”.
Mentre venivano scambiati questi convenevoli il fidato Giles aveva posato sul mobiletto il vassoio con la teiera, le tazze ed i biscotti e dopo aver servito i presenti, discretamente, aveva lasciato la stanza; la giovane Arabella però continuava a non capire il perché della presenza di David e cosa intendesse la zia, ma per non contraddirla, in silenzio, si era accomodata accanto a lei.
Non appena il maggiordomo fu uscito Lady Dorotea prese la parola e rivolgendo un caldo sorriso al giovane futuro marito della nipote disse: “david caro, ho voluto vederti prima dell'arrivo degli altri invitati per parlarti della nostra Arabella, con lei presente, perché il discorso che sto per farti è molto importante per la futura vita di coppia che vivrete insieme”.
I due giovani, ignorando ancora il motivo per cui erano lì si guardarono sorpresi e un poco imbarazzati.
“dunque” continuò la nobildonna:” Tu sai che mi sono presa cura di Arabella da quando mia sorella e suo marito vennero a mancare per quel tragico incidente che tu sai, … sembra ieri” a quel punto una lacrima di commozione le spuntò negli occhi ripensando alla sera in cui i genitori della giovane erano morti in un terribile incidente automobilistico mentre tornavano da una premier teatrale.
Ma fu solo un attimo, quindi la nobildonna riprese il discorso:”devi sapere che in memoria della mia povera sorella, all'epoca mi ripromisi che avrei cresciuto ed educato Arabella come se fosse figlia mia, e come hai potuto appurare tu stesso conoscendola, amandola e avendo deciso di sceglierla come compagna di vita, posso essere orgogliosa di affermare di aver fatto un buon lavoro”.
Così dicendo Lady Dorotea abbracciò con trasporto la nipote che le sedeva accanto.
David sorrise e prendendo la mano della giovane aggiunse “su questo non ci sono dubbi zia, Arabella è meravigliosa e averla accanto a me come compagna di vita mi rende l'uomo più felice del mondo”.
Dorotea continuò :”ma se oggi caro David hai di fronte questa bella giovane donna educata come si deve, degna di stare al tuo fianco, è merito della severa educazione che ha ricevuta. Quando Arabella venne a vivere da noi, all'inizio mi diede dei problemi essendo figlia unica e cresciuta troppo viziata e coccolata, ma grazie ai miei metodi educativi, adottati anche con i suoi cugini. Ti puoi immaginare quanto sia stato difficile educare i miei tre figli tutti maschi, ma ci sono riuscita, grazie ad una severa educazione sono cresciuti bene come del resto la nostra Arabella”.
A quel punto la giovane arrossì violentemente, le sue guance si fecero purpuree e un profondo imbarazzo si impadronì di lei, specialmente quando Lady Dorotea, continuando a parlare, aveva precisato come Arabella non avesse un carattere facile.
David a quelle parole alzò gli occhi al cielo e sorrise:” Lo so zia, altroché se lo so, a volte la sua testardaggine le fa commettere imprudenze, a volte diciamo che esagera, ma la capisco, a vent'anni anni una giovane donna è una forza della natura ed io che ne ho dieci di più, anche se a volte mi fa arrabbiare, poi alla fine la perdono sempre”.
La zia proseguì :”il perdono va bene, David, ma dopo, dopo che l'avrai corretta come si deve e adesso ti farò vedere come fare con questa monella quando esagera, perché è importante, dopo che vi sarete sposati, che sin dal principio tu le faccia capire chi è che porta i pantaloni in famiglia, come del resto ha fatto e fa tutt'ora mio marito”.
Così dicendo Lady Dorotea, all'improvviso, con grande sorpresa dei due giovani prese Arabella e la coricò sulle ginocchia:
“zia, no, ti prego, non davanti a David!”
Implorò quasi gridando la giovane Arabella che non si aspettava minimamente di venire sculacciata in presenza del fidanzato:
“silenzio!”
Sentenziò la nobildonna:” Sto per mostrare al tuo futuro marito come ti dovrà trattare d'ora in poi quando ti comporterai come a volte fai, da bambina testarda e capricciosa”.
Poi, facendo finta di non sentire le proteste della giovane, con gesti calmi e decisi, le tirò su fino in vita il morbido e fresco vestito di seta e con gesti altrettanto calmi e decisi le fece scendere fino alle ginocchia le vezzose mutandine, scoprendo alla vista di David che, intrigato e pieno di curiosità ed ammirazione non perdeva un solo istante di quanto stava accadendo, rapito dalla vista delle morbide, sode quanto perfette natiche della giovane.
Subito la nobildonna iniziò a colpire con severità le candide rotondità, alternando gli sculaccioni ora alla sulla natica destra, ora sulla sinistra, mentre i gemiti ed i gridolini della giovane, che già da subito aveva iniziato a sentire il bruciore provenirle dal posteriore, cominciavano a risuonare nella grande biblioteca rompendone il silenzio ovattato.
Intanto David osservava i movimenti convulsi di quel giovane corpo, il frenetico ondeggiare di natiche e gambe che, ad un certo punto, aveva fatto sì che le mutandine volassero letteralmente via mostrando, al suo sguardo ammaliato, le più recondite intimità di Arabella che, piena di vergogna con il viso in fiamme, e non solo il viso, piangeva e supplicava.
Implorava e cercava in ogni modo di sottrarsi all'umiliante situazione di venire sculacciata sul sedere nudo, esposto al fidanzato mentre sonori e brucianti schiocchi si potevano udire anche da fuori, nel parco, dove i domestici della casa stavano allestendo per la festa.
I minuti passati da Arabella sulle ginocchia della zia furono interminabili, roventi, le sembrava di avere le natiche in fiamme mentre gridava, piangeva e supplicava desiderando che quel tormento finisse al più presto.
Solo quando le sue belle natiche furono ardenti ed ebbero preso uno splendido color rosso tramonto Lady Dorotea mise fine alla correzione, quindi sorridendo aiutò la singhiozzante Arabella ad alzarsi, e con gentilezza l’invitò ad andare nella sua stanza a prepararsi per la festa e soprattutto ad indossare l'abito preparato per lei.
Arabella, rossa in viso per il gran pianto e con lo sguardo basso per la vergogna cercò di ricomporsi come meglio poteva ed in silenzio lasciò la stanza.
Intanto Lady Dorotea versava dell'altro tè nella sua tazza ed in quella di David visibilmente emozionato da quanto aveva visto ed intenzionato più che mai a seguire l'esempio che poco prima gli aveva dato la nobildonna.
Più tardi cominciarono ad arrivare gli ospiti, la festa stava per iniziare quando Arabella, sotto braccio al suo David, sorridente e felice fece un ingresso trionfale con il sottofondo musicale dell'orchestra chiamata per l'occasione.
Era bellissima nel suo abito bianco di chiffon e sarebbe stato tutto perfetto per la giovane se non fosse che il vestito, scelto da sua zia, un po' troppo aderente per portarlo con le mutandine, grazie alla sua birichina trasparenza, mostrasse agli sguardi di tutti gli invitati il velato rossore del suo fondoschiena sculacciato.