La Missione
Uscì dalla porta del bagno nel più perfetto silenzio. Si muoveva a gesti lenti, come una pantera in agguato. Aprì le ante dell’ armadio senza fare il minimo cigolio. Illuminata dal chiarore che filtrava dalla finestra, si tolse il babydoll e indossò la divisa, arrotolò il futon producendo solo un fruscio di stoffa quasi impercettibile e lo ripose nell’ armadio . Si inginocchiò a fianco del letto e mise davanti a se, sul pavimento, un fiocco rosso che si era fatta fare a posta dal pasticcere.
I minuti passavano lenti, lentissimi. Lo sentiva respirare , dormiva profondamente. Senti che emanò un gorgoglio di stomaco dovuto alla digestione. Rise imbarazzata ma poi come se parlasse ad un'altra si impose di ritornare seria. Non era bello ridere di lui, inoltre non doveva idealizzarlo era un essere vivente come tutti gli altri e doveva riuscire ad immaginarlo anche in situazioni imbarazzanti. Si fece seria e si diede un rimprovero mentale. Il tempo non passava mai. La luce fuori stava diventando sempre più intensa. Nella stanza adesso ci si vedeva perfettamente. Lui russava in maniera quasi impercettibile. Pensò che era un buon momento per aggiornare la contabilità. Prese il quaderno e si inginocchiò di nuovo nel più assoluto silenzio. Si rese subito conto che nonostante tutte le regole ed il prezziario che aveva a disposizione non sarebbe comunque riuscita a calcolare l’importo esatto. C’erano troppe variabili. Non aveva la minima idea se tra una punizione e l’ altra fosse passata più di mezz’ora … alcune si ma, a lei era sembrato un dolore continuo senza interruzioni. E le prestazioni sessuali come le calcolava? Si una volta lo aveva masturbato, ma il resto ? Aveva fatto tutto da solo e non l’ aveva penetrata. Doveva considerarlo “ sesso secondario” ? doveva contare i suoi orgasmi? Come considerava la visita a Miku una sola prestazione? Cominciò ad odiare se stessa e quel quaderno. Odiava la sua incapacità di soffermarsi e ragionare su tutto quello che era accaduto. Odiava la sua incompetenza a valutare le situazioni sessuali, sicuramente il suo culo ne avrebbe fatto le spese nel giro di qualche giorno e questo la terrorizzava. Le venne in mente di fare un calcolo falso. Ma quasi subito si biasimò e scartò l’ idea. Secondo i suoi calcoli doveva aver guadagnato quasi 500 $ ma non ne era assolutamente sicura. Decise che avrebbe affrontato la sua ira e che avrebbe accettato supinamente le eventuali conseguenze.
- Buon giorno signore . Disse appena lo vide aprire gli occhi.
- Buon giorno Suki . Disse richiudendoli e beandosi di quel dormiveglia soporifero.
Ci furono alcuni minuti di silenzio poi voltò la testa verso di lei e riaprì gli occhi.
- A quanto vedo hai ancora le mestruazioni.
- Signore è passato solo un giorno.
- Solo un giorno ? sei sicura? mi è sembrata una eternità.
- Solo uno signore.
- Sei riuscita ad aggiornare la contabilità?
- No signore.
- Male, molto male. Molto peggio per te naturalmente.
- Naturalmente signore. Disse inchinandosi fin quasi a terra.
- Qual è la difficoltà.
- Signore perdonate Suki, ma non riesco a ricordarmi tutto, sono stati giorni molto concitati e i ricordi si sovrappongono facendo un grande caos.
- Va bene facciamo così diciamo che in questo periodo avrai preso all’ incirca 2~ 300 sculacciate ? Giusto?
- Si signore.
- Un centinaio di colpi vari … spazzola, cinghie, canna, arrotondiamo a 400. Abbiamo detto che i colpi contano tutti allo stesso modo giusto ?
- Si signore, giusto ma …
- Cosa c’è che non ti torna ?
- Signore Suki pensa che i colpi siano stati più di cento.
- Si, forse hai ragione, forse li raggiungiamo solo con la spazzola ma, non li hai contati e quindi a me non risultano, di conseguenza, visto lo sforzo e l’energia che mi tocca sprecare per dartele, non posso rischiare di contarne più di quelle effettive. Lo capisci questo?
- Suki comprende signore. Disse asciugandosi una lacrimuccia furtiva.
- Non ti vedo convinta cos’è che non ti quadra ?
Suki scosse la testa come a dire “ niente” ma, si vedeva che non era convinta.
- Su non avere paura, questo colloquio non ti aggiungerà nessuna punizione.
- La spazzola signore … il ragno di sughero … le umiliazioni.
- Le umiliazioni come abbiamo già detto sono gratis il ragno mi ero dimenticato ma possiamo considerarlo una umiliazione un po’ più forte e …
- Ma non è giusto … non è giusto. Disse quasi gridando. E’ un dolore grandissimo più di tutti. Non è giusto e la spazzola …
- La spazzola l’ abbiamo già contata mi sembra no?
- Il manico no signore. Disse piangendo.
- Va bene ma il manico nel culo … mica possiamo contarlo come una prestazione sessuale no? Io non ne ho ricavato nessun piacere e di conseguenza possiamo dire che è una umiliazione un po’ più incisiva e quindi “gratis”.
Piangeva senza ritegno. Scuoteva la testa e piangeva.
- Le prestazioni sessuali poi davvero scarse … diciamo che avrai guadagnato 30- 40 dollari ? Voglio essere magnanimo. Arrotondiamo a 50 dollari. Davvero molto mediocri non ti pare ?
Si soffiò il naso con un fazzolettino di carta e fece cenno di si con il capo.
- Basta mi è venuta fame vai a prendermi la colazione. Aiutami a scendere dal letto. Accompagnami al bagno.
Quando uscì dalla stanza, la trovò sull’ attenti, si era asciugata le lacrime e aveva messo un filo di rossetto.
- Ci ho riflettuto sai … in effetti penso che vadano in qualche modo contabilizzate. Intendo quelle umiliazioni più pesanti. Le tribolazioni possiamo quantificarle. Tu dici che sono molto dolorose …
- Si signore più di tutti signore.
- Va bene diciamo 100 dollari ognuna. Le umiliazioni diciamo che le contratteremo volta per volta. Mica sono tutte uguali.
Fece un inchino senza dire niente.
- Diciamo che per questa volta facendo un forfait considerato che sei una novizia, puoi scalere 1000 dollari. Chiuso il discorso e aiutami a rimettermi a letto.
- Subito signore.
Scese al piano del bar e cominciò a preparare il carrello. C’èra una strana quiete quella mattina. Cercò con lo sguardo Yuko ma non la vide. Forse faceva il pomeriggio. Mise nel piattino 3 vaschette di burro. Certo non lo avrebbe adoperato però voleva essere sicura che ce ne fosse anche per lei. Memorizzò che forse era da controllare quello dentro al cassetto, forse si era irrancidito. Ad ogni modo comunque lo avrebbe sostituito. Mentre la porta dell’ ascensore si richiudeva, intravide uno strano movimento concitato dalla parte degli uffici.
- Appena avrai fatto colazione andrai subito alla ricerca del tubetto, per sicurezza ti porterai una perla. Ricordati deve entrare esattamente dentro, non ti preoccupare per la lunghezza, casomai lo tagliamo. Deve essere comunque più lungo di 20cm. E deve essere trasparente. Hai capito tutto?
- Si signore.
- Ti aspetterò fino alle una. Se sbaglierai di nuovo ti assegnerò una mancanza grave.
- Si signore.
Stava leggendo un numero di LIFE quando bussarono alla porta. Era il direttore.
- Buon giorno signor De Angeli posso disturbarla ? Avrei necessità di parlarle.
- Buon giorno direttore, come vede non ho niente di meglio da fare che leggere il giornale. Prego si accomodi mi terrà un po’ di compagnia.
Man mano che il tempo passava la missione che le era stata affidata diventava sempre più difficile. Aveva stabilito che era inutile girare per i bar perché i tubicini con le caramelle erano tutti uguali e verosimilmente li produceva una sola ditta. Si muoveva in taxi e perdeva un sacco di tempo nel traffico. L’orologio avanzava inesorabile e una paura angosciosa cominciava ad impossessarsi di lei. Non sapeva dove sbattere la testa. Decise di cercare a piedi. Si fece lasciare in un grande centro commerciale e mandò via il taxi. Sistematicamente provò con tutti i negozi che plausibilmente potevano averlo. Ne trovò in un ferramenta ma, per pochi decimi la perla non riusciva ad entrare. Sconfortata stava camminando tra la folla. Erano le 11 passate da qualche minuto. E sentiva quasi fisicamente il suo culo che la implorava di trovarlo. Vide una bimbetta che teneva in mano una specie di bacchetta magica. Un tubicino trasparente con una grossa stella blu in cima. Il cuore le batteva all’ impazzata chiese alla madre dove avesse comperato il giocattolo. Lei rispose che non lo sapeva perché era stato un regalo. le chiese se per cortesia poteva fare una prova . La madre acconsentì ma la bimba, quando le presero la stellina, si mise a piangere. Niente non entrava. Restituì la bacchetta magica alla bimba che smise subito di piangere e regalò 10 yen alla madre. Erano ormai le 11e 40. Stava entrando nel panico. Non sapeva più cosa fare. Aveva la necessità di andare al bagno. Si diresse verso le toilette e si sedette sul water.
La piccola finestra alla sua sinistra aveva un vetro smerigliato opaco che garantiva la privacy, ma aveva anche una persiana di tipo veneziana a listarelle bianche. Da una parte la cordicella per farle scorrere, ma dall’ altra un tubo di plastica trasparente per comandare la rotazione. Il cuore le batteva a mille all’ora. Con la mano tremante alzò il tubicino e da sotto inserì la perla. Era perfetto sembrava costruito a posta. La finestra era posta in alto di conseguenza il tubo era lungo più di un metro. Si rivestì cambiò il pannolino e cominciò a guardare il tubo. Era quasi mezzogiorno. Non aveva più tempo di fare niente. Senza pensarci troppo con un gesto deciso ne ruppe un pezzo lungo una trentina di cm. Il funzionamento della finestra non ne era pregiudicato. Era solo leggermente più corto. Mise il tubicino nella borsa e scappò via di corsa, fermò un taxi al volo. Appena arrivata corse subito in cucina ed intercetto l’ordinazione del pranzo per la suite. Il carrello era stato già preparato ed era in procinto di essere portato su. Lo prese in carico lei e si diresse verso l’ascensore. Fece un grande respiro di sollievo ed entrò.
- Ah eccoti qua! Hai fatto tutto ?
- Si signore
- Stavo già pensando a che punizione darti.
- Ecco signore guardi. Disse porgendogli il tubicino e la perla.
- Perfetto sembra proprio fatto a posta , ma a quanto vedo non lo hai comperato.
- No signore, l’ho trovato.
- Peccato mi stavo già immaginando una punizione erotica.
- Signore sono nel periodo di castità.
- Si, si che idiota sono stato a istituirlo.
Non disse niente ma le porse il collo per farlo aggrappare e alzare dal letto. Ogni volta che faceva quel gesto di solidarietà lui ne approfittava per toccarle il seno. Doveva essere sincera con se stessa. La cosa non le dispiaceva affatto.
- Il signore si vuole vestire ?
- Più tardi Suki adesso non è necessario. Più tardi andiamo a fare una passeggiata.
- Come desidera signore.
Lo accompagnò al tavolo e lo aiutò a sedersi. Come era ormai prassi si mise dietro di lui pronta a servirlo in maniera professionale.
- Avrei bisogno di farmi la doccia ma non posso farla senza il tuo aiuto.
- Ma il gesso si rovinerà con l’ acqua signore.
- Pensavo di farla in piedi tenendo il gesso fuori dalla vasca. Con un po’ di accortezza, tenendo lo spruzzo basso, credo si riesca a non bagnarlo.
- Certo signore possiamo anche proteggerlo nella parte alta con delle buste di plastica.
- Bravissima si sono d’accordo. Ma forse è meglio aspettare qualche giorno.
- Perché signore ?
- Se mi farai eccitare, poi sarò costretto a darti una punizione, sei nel periodo di castità e ti è proibito farmi eccitare, non hai ancora imparato il regolamento?
- Suki lo sta imparando signore.
- Credi di potercela fare?
- Signore Suki chiede umilmente di aspettare un altro giorno.
- Va bene vuol dire che oggi pomeriggio lo dedicheremo a costruire il “ termometro delle infrazioni”
- Il tubo con le perle ?
- Si certo … hai capito come funziona?
- No signore Suki non ha compreso niente e ha molta paura.
- Suki non devi avere paura io non ti farò mai del male … certo ti sculaccerò ogni volta che lo meriti ma non devi avere paura, piuttosto un sano timore.
- Suki ha molto, molto timore signore.
Rise di gusto trascinando in un sorriso anche Suki. Finito di mangiare si fece aiutare a sedersi sul divano.
- Questo caffè è proprio un ciofeca, ricordami di chiamare Bellocci. Puoi cominciare a mangiare.
- Lo vuole chiamare subito signore?
- No è a Singapore torna la prossima settimana.
Suki prese una scodella e si inginocchiò alla sua sinistra.
- Non mi piace questo divano è troppo basso e anche le spalliere sono talmente basse da essere inutilizzabili.
- Se tu dici come lo vuoi Suki lo farà cambiare.
- Lo voglio pesante. Con i braccioli alti, in modo che quando sei chinata sopra, il culo arrivi più o meno all’ altezza del mio inguine. Non pretendo la perfezione, ma questo è decisamente troppo basso anche senza il gesso. Inoltre lo voglio pesante che non si capovolga se ti appoggio da una sola parte.
Rossa come un peperone faceva cenno di si con il capo. Prese un’ altra scodella dal tavolo e riprese a mangiare in silenzio. Era imbarazzatissima.
- In albergo sono quasi tutti uguali signore, bisognerà cercarlo fuori signore.
Disse dopo aver riflettuto per alcuni minuti.
- E tu cercalo!
- Certo signore, ad ogni modo ieri sono passata in officina è hanno finito il lavoro sul cavalletto. Stavano solo aspettando che la vernice si asciugasse, domani quasi sicuramente ce lo consegneranno.
- Bene, Molto bene, ma tu comunque cerca un divano decente.
- Si signore.
- Hai capito come deve essere?
- Si signore.
- Hai capito cosa ci voglio fare ?
- Si signore.
- Lo capisci vero che in quei momenti, se mi arrabbio poi saranno le tue chiappe a scontarlo.
- Anche se non si arrabbia però.
- Che vuoi dire ?
Si pentì immediatamente di aver risposto di getto senza pensare.
- Che vuoi dire ? Ripeté con insistenza.
- Io … ecco. Io … se … sto giù. Io … anche se non si arrabbia. Io sto giù …
- Ah ho capito! Anche se non mi arrabbio sempre il tuo culo ci andrà di mezzo giusto?
Rise di gusto.
- Si signore. Aveva la faccia rossa come il fuoco.
- Eh che vuoi farci Suki così va la vita. A questo mondo c’è sempre Chi lo prende e sempre chi lo da.
Abbassò lo sguardo a terra e non disse niente.
- Ti assicuro però, che sarebbe molto peggio se io fossi arrabbiato.
- Si signore Suki lo sa.
- E poi non è mica detto che sia sempre doloroso, ci sono dei momenti … il diavolo non è così brutto come lo si descrive.
- Si signore. Disse con poca convinzione.
- Basta sparecchia, cambiamo discorso altrimenti dovrò metterti una mancanza per avermi fatto eccitare durante il periodo di castità.
- Si signore. Disse alzandosi, felicissima di poter interrompere quel discorso imbarazzante.
Si fece aiutare a raggiungere il tavolo.
- No, Non la spegnere, la candela mi serve accesa. Portami tutto. Portami direttamente tutto il cassettino.
Suki obbedì senza discutere.
Esaminò attentamente il tubetto sorrideva compiaciuto.
- Perfetto sembra fatto a posta.
Prese dal cassetto una scatola di spilli.
- Hai cambiato la vaschetta del burro? Non mi sembra la stessa.
- Si signore ho pensato …
- Per quello che ci dobbiamo fare non occorre che sia fresco però in effetti … ad ogni modo non sei autorizzata a prendere iniziative devi sempre chiedere a me.
- Suki chiede scusa signore.
Estrasse uno spillo con la testa rossa e lo arroventò sulla fiamma della candela. Suki lo fissava curiosa e anche molto preoccupata. Infilò lo spillo rovente nella plastica attraversandolo da parte a parte. Lo aveva fatto a pochi millimetri dalla estremità integra. Inserì una perla e questa naturalmente andò ad impattare contro lo spillo che adesso era diventato il fondo del tubo. Prese un altro spillo sempre con la testa rossa e lo infilò con le stesse modalità immediatamente sopra alla perla, in modo che questa si trovasse prigioniera tra due spilli. Infilò una seconda perla nel tubo e ammirò il lavoro sin qui fatto. Suki era sempre più curiosa. Non riusciva ad intuire deve era la fase punitiva e questo la metteva estremamente a disagio. Aggiunse alcune perle da sopra e mise il tubetto in verticale. In effetti sembrava un grosso termometro con il mercurio dentro. Guardava il lavoro con soddisfazione. Estrasse lo spillo in basso ed una perla cadde sul tavolo. Tutte le altre però rimasero dentro tenute dal secondo spillo. Rimise il primo spillo nella sua sede poi tolse il secondo. Tutte le perle scesero di una posizione. Sorrise soddisfatto funzionava. Ripeté l’operazione alternando i due spilli sino a vuotare completamente il tubo.
- Ti piace ?
- Si signore ma …
- Hai capito come funziona?
- Si signore credo di si … ma.
- Certo va migliorato.
Inserì 10 perle poi con un pennarello nero sottile fece dei trattini neri in corrispondenza delle fine di ognuna. Dopo la quinta invece fece un riga rossa su tutta la circonferenza.
- Eccolo praticamente è finito basta tagliare qui … passami quel coltello, quello seghettato.
Dopo alcuni minuti di delicato lavoro riuscì a tagliare la plastica in maniera precisa. Ora era veramente finito.
- Funzionerà così Suki. Dentro a questo termometro ci saranno dieci perle. Ogni qualvolta farai un azione che non mi piace e che per una qualsiasi ragione non ritengo di punire subito, ti chiederò il pagamento di una o due perle. Quando il livello sarà sceso sotto al segno rosso avrai maturato una tribolazione , che potrai scontare a tuo piacimento. Sarai tu a decidere quando scontarla. Il limite massimo è di un mese. Ogni settimana di attesa però, dovrai pagarla con una perla. Più sei lontana dal segno rosso e più dolorosa sarà la punizione. Allo scadere del mese interverrò d’autorità dandoti il massimo della pena. Hai capito ?
- Si signore.
- Il bello della cosa è che tu potrai anche guadagnare delle perle. Se farai qualcosa che io ritengo meritevole ti pagherò con una perla che tu, se vorrai, potrai aggiungere al termometro. Questa cosa non è obbligatoria, nel senso che io ti pagherò sempre e solo con una perla, ma tu potrai farci quello che vuoi, inserirla nel tubo ma anche tenertela e al limite venderla. Non potrai però pagare me. Per pagare me le perle, anche più di una dovrai prenderle solo dal termometro. Hai capito?
- Si signore.
- Il fermaglio è tuo di diritto, quindi teoricamente nel giro di qualche anno potresti anche ricostruirti, facendo molte buone azioni, tutta la collana. E’ tutto chiaro ?
- Si signore … ma.
- Ma … ma … ma … sempre ma. Cosa c’è che non hai capito?
- Suki non capisce la punizione.
- Non è necessario che tu la capisca, comunque, la capirai al momento opportuno. Per adesso mi interessa di più trovare una collocazione. Suki dove lo mettiamo?
La ragazza si guardò intorno come se cercasse ma, non disse niente.
- Naturalmente per funzionare deve stare in verticale e appeso da qualche parte.
Suki non si azzardava ad aprire bocca. Faceva segno di si con il capo.
- Ecco qui va benissimo. Disse andando claudicante verso la lampada a stelo di fianco al divano.
La appoggiò sullo stelo a circa un metro e mezzo di altezza e la fissò con un giro di nastro adesivo trasparente.
- Ti piace ?
- Sissignore.
- Riempila mettici 10 perle.
- Credo signore che ci voglia anche un giro di nastro più in basso.
- Ai vostri ordini madame Ecco. Disse facendo un altro giro di nastro adesivo attorno alla lampada. Ogni suo desiderio è un ordine, madame!
Suki si avvicinò con le 10 perle e le introdusse nel tubo. Il segno rosso era molto in basso. Fece mente locale e non le venne in mente niente. Non ricordava di aver commesso 5 infrazioni. Tuttavia era piuttosto inquieta.
Squillò il telefono e si precipitò a rispondere. Parlava in giapponese e annuiva.
- Signore, il signor Yumitomo la sta aspettando nella hall dice che lei sa già tutto.
- Ah si certo, non pensavo che avessero fatto così in fretta. Sono arrivati i nuovi motori e devo andare in autodromo. Non è necessario che tu venga, basta solo che mi accompagni nella hall. Nel frattempo ti do un incarico devi costruire un giocattolo.
Aveva cominciato a vestirlo.
- Devi prendere il polistirolo e disegnarci sopra una griglia con il pennarello nero. La griglia deve essere di un centimetro per lato, lascerai una cornice sui bordi di 2 centimetri. Hai capito ? è tutto chiaro?
- Suki disegna sul polistirolo una griglia di uno centimetro per lato e lascia conice di due centimetri.
- CoRnice si dice Cornice.
- Conisce.
- Va bhe! lascia perdere. Poi stando bene attenti di piantarli in verticale inserirai in ogni incrocio della griglia uno stuzzicadenti e lo inserirai fino a farlo scomparire direttamente nel polistirolo. È tutto chiaro?
- Si signore.
- Ripeti.
- Suki pianta stuzzicadenti come chiodo in ogni incrocio della griglia e spinge fino a farlo scomparire.
- Bene andiamo accompagnami di sotto.